Rimesso a nuovo dunque il pilo portabandiera che da secoli trova collocazione all'ombra del campanile e vanta uno dei tre leoni marciani che fanno bella mostra nella storica piazza dedicata a San Servolo, patrono della cittadina. Lavori necessari per ridare stabilità al monumento con interventi sulla base, pulizia della pietra e fino al rifacimento delle parti metalliche logorate dal tempo. Così lunedì sera, sul pennone è tornato a sventolare il vessillo di Buie. Nel corso della cerimonia, allietata dal coro della locale Comunità degli italiani, il sindaco Fabrizio Vižintin, ha ringraziato la Regione istriana e la Regione Veneto per il contributo finanziario di 25 mila euro necessario alla realizzazione del progetto. La vicepresidente della Regione istriana Jessica Acquavita e l'assessore alla cultura Vladimir Torbica, oltre che a ribadire l'importanza storica e culturale del pilo, hanno ricordato il valore simbolico che testimonia una continuità identitaria che va avanti da secoli.

Foto: Radio Capodistria
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Pure loro hanno ringraziato la Regione Veneto, attenta, vicina e partecipe nella salvaguardia del patrimonio veneto in Istria e oltre e che, volendo rimanere solo a Buie, ha cofinanziato opere importanti come la pavimentazione della piazza, il restauro della Torre di San Martino per citarne alcune.
"Vedere risultati come questo, ci riempie il cuore e dimostra la validità della Legge 15/94 che da ormai trent'anni ci permette di collaborare con l'Istria e con altre realtà della costa Adriatica a conferma dei legami storici e di amicizia che ci contraddistinguono", ha detto il presidente del Consiglio della Regione Veneto Roberto Ciambetti, presente alla cerimonia e anche al prosieguo della serata che, presso la sede CI, ha visto intervenire la sovraintendente ai beni culturali della Regione istriana Lorella Limoncin Toth che ha ripercorso la storia di Buie e inquadrato il periodo storico nel quale è stato eretto il pilo veneziano e che ai nostri microfoni ha dichiarato "Ieri come oggi, attorno a questo simbolo si raccoglieva la comunità, perciò noi buiesi dobbiamo andarne fieri poiché non ci sono numerosi pili di epoca veneziana. Dobbiamo conoscerne la storia e averne cura".
Lionella Pausin Acquavita

Foto: Radio Capodistria
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