Risultati senza grandi sorprese nell'ottava circoscrizione, quella che comprende l'Istria e Fiume. La coalizione di centro sinistra Restart, capitanata dal Partito socialdemocratico e di cui fa parte anche la Dieta democratica istriana ottiene qualcosa in più del 46 per cento delle preferenze e riesce a garantirsi 8 seggi in Parlamento. Meno di quattro anni fa - quando separatamente avEva incassato quasi il 60 per cento - e 9 posti. A venir eletti comunque i socialdemocratici Erik Fabijanić, Mirela Ahmetović, Sanja Radolović e Peđa Grbin che da quattordicesimo in lista e' stato eletto con il voto preferenziale poi ancora i dietini Tulio Demetlika, Katerina Nemet e Marin Lerotić, nonché Silvano Hrelja dei pensionati.
Qualche punto percentuale in più rispetto al 2016 per l'accadizeta che supera il 22 percento e porta al Sabor quattro deputati , uno in più del 2016. Passano i due ministri uscenti Oleg Butković e Gari Cappelli nonché Anton Kliman e Ivan Kirin. Un seggio a "Možemo" (Possiamo), coalizione di verdi e sinistra radicale che con l' 8 per cento dei voti porta in Parlamento Katarina Peović ed un seggio alla coalizione Most-Ponte che con il 5,4 per cento premia Marin Miletić.
Al di sotto della soglia il Movimento patriottico di Miroslav Škoro, alleanza di destra che nell' ottava circoscrizione era capitanata dalla connazionale fiumana Carla Konta che si ferma al 4,7 per cento mentre non c'è la fa neppure l'ex dietino Damir Kajin che con l' Alleanza dei Democratici-Laburisti ottiene solo 1,6 percento.
Per quanto riguarda invece la dodicesima circoscrizione quella per l'elezione dei deputati delle Comunità nazionali si può dire che nulla è cambiato. Riconfermati tutti e otto i deputati uscenti. Per la minoranza serba - che detiene tre seggi- vittoria del Partito democratico indipendente serbo con il suo presidente Milorad Pupovac a raccogliere il maggior numero di sostegni, seguito da Dragana Jeckov e Boris Milošević. Superano i rispettivi concorrenti: Vladimir Bilek che continuerà a rappresentare la comunità ceca, Ermina Lekaj che rappresenterà le cosiddette minoranze dell'ex Jugoslavia e Veljko Kajtazi, espressione dei rom che rappresenta un'altra serie di etnie minori. Superano il voto senza concorrenti l' esponente della comunità ungherese Robert Jankovics e l' italiano Furio Radin. Quest'ultimo si appresta a intraprendere il suo nono mandato. Mandato che potrebbe assegnare un ruolo importante proprio ai deputati etnici grazie ai quali l'accadizeta di Plenković potrebbe avvicinarsi alla maggioranza necessaria a governare il paese per i prossimi quattro anni.


Lionella Pausin Acquavita


Furio Radin Foto: La voce del popolo/Željko Jerneić
Furio Radin Foto: La voce del popolo/Željko Jerneić