Un approccio selettivo, diversificato da contea a contea e che Lubiana potrebbe adottare anche nello spirito dei rapporti di buon vicinato ma soprattutto dei stretti contatti che intercorrono tra l’ area slovena e la Regione istriana. Questa in sintesi la natura dell’appello che i vertici regionali e i sindaci delle dieci città e 31 comuni hanno inviato al premier, Janez Janša.
Un invito a rivedere le posizioni e a rivalutare il quadro epidemiologico che - per quanto concerne l’Istria - rimane chiaro e stabile. “Una situazione che gratifica gli sforzi delle strutture locali preposte a combattere la pandemia ma anche la disciplina dei nostri cittadini, dei nostri ospiti e di tutte le imprese che operano nell’area” si rileva nella lettera che ricorda inoltre “come il basso numero di contagi non sia dovuto al caso bensì alla responsabilità con la quale si cerca di tutelare la salute e la sicurezza di tutti”.
Un appello direttamente indirizzato a Janez Janša ma che indirettamente è rivolto all’alto numero di sloveni che in Istria hanno seconda casa o vi passano le vacanze e che – almeno dalle nostre testimonianze- non hanno accolto con grande favore la collocazione della Regione- ovvero della Croazia in blocco- nella cosiddetta zona rossa.
Un invito che arriva, ricordiamo, all’indomani del colloquio che i premier Janša e Plenković hanno avuto ieri in margine al Forum di Bled e al termine del quale il capo del governo croato si e’ dichiarato convinto che Lubiana saprà fare una distinzione tra le aree più o meno virtuose dal punto di vista epidemiologico. “La Slovenia" - ha detto Plenković - "segue quotidianamente la situazione coronavirus in Croazia e dunque sa’ che le Regione Istriana e quelle Litoraneo-montana e di Lika-Senj hanno un numero relativamente basso di nuovi contagi”.

(lpa)

Foto: EPA
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