Situato a due passi dal confine sloveno-croato sul Dragogna, il "Salone Irena" è frequentato tradizionalmente da clienti che arrivano da entrambi i versanti della frontiera ma anche dall'area triestina. Perciò, ancora di più di altri analoghi locali, è diventato da tempo luogo di incontro multiculturale, di scambio di battute, opinioni e di conoscenza. "Noi siamo chiusi dal 14 marzo e, sperando che questo incubo finisca quanto prima, non vediamo l'ora di riaprire", afferma di getto Irena che ci racconta di aver attivato subito i suggerimenti dell'associazione di categoria della Camera di artigianato: "sospensione dell'attività e cassa integrazione con stipendio minimo assicurato dallo Stato per me e per le mie dipendenti". La Bijelić aggiunge di non aver pensato neanche per un secondo a eventuali licenziamenti perché, dice: "Questo è un periodo di crisi ed è necessario essere solidali in primo luogo con chi ti è vicino da anni e con il quale- fianco a fianco- guadagni il pane quotidiano". Irena non manca di elogiare la nuova associazione "Glas poduzetnika" (La voce degli imprenditori), istituita spontaneamente dopo il primo pacchetto di misure salva economia adottate dal governo e che rappresenterebbe già 100 mila associati.
"In questi giorni siamo tutti a casa e spesso squilla il telefono con una cliente che s'informa della situazione o un'altra che mi chiede un consiglio o un suggerimento su come farsi una tinta o aggiustare i capelli al marito o al figlio", ci racconta la Bijelić affermando che non ha ricevuto nessuna richiesta per prestare servizio a domicilio anche perché, dice: "con le clienti, dopo anni di frequentazione, siamo amiche e sanno che non lo farei mai perché in situazioni come questa la responsabilità di ognuno di noi è molto importante". Tra le telefonate più simpatiche invece quella di un dodicenne che chiedeva a quando la riapertura insoddisfatto del taglio dei capelli che si era fatto sforbiciare dalla sorella. "La me ga rovinado la testa" il racconto del ragazzino consolato da Irena.
"Bisogna avere pazienza e sperare che passi quanto prima, avere fiducia e resistere, e se deve durare ancora a lungo, auspico che lo Stato ci venga incontro con la completa cancellazione dei contributi. Ora c’è questa sospensione di tre mesi ma si tratta di una moratoria. Spero che chi ci rappresenta riuscirà ad ottenere l'annullamento dei versamenti per il periodo in cui non si è lavorato. Devo dire che ci è stata permessa la sospensione del pagamento di alcuni servizi come ad esempio il canone della HRT, la Radiotelevisione croata", ci dice ancora Irena Bijelić che rileva come la categoria vedrebbe di buon occhio un allentamento delle misure restrittive perché o prima o poi bisognerà riprendere. "Naturalmente con nuove regole e in sicurezza: esclusivamente per appuntamento, un cliente alla volta, tempi più lunghi per arieggiare e disinfettare il salone e armati sempre di mascherine, guanti e altro materiale protettivo. Anche prima dell'epidemia io lavoravo a prenotazione, però succedeva di allungare una prestazione o accogliere qualcuno per un'urgente messa in piega o di avere il salone con gli invitati a un matrimonio; ora non sarà più possibile ma ci adegueremo", conclude la Bijelić consapevole che nulla sarà come prima e che per ancora un po' di tempo - nel suo salone- non si intrecceranno i suoni, le voci e le parlate delle donne di un'area che va oltre alla piccola Castelvenere.

Lionella Pausin Acquavita

Foto: MMC RTV SLO/MMCRTVSLO
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