Foto: RTV Slovenija
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Un progetto interdisciplinare, che unisce storia, archeologia e storia dell’arte per fare uno studio approfondito sulla struttura urbana di Capodistria, definita una delle più grandi città dell’Adriatico orientale nell’epoca del tardo Medioevo. L’idea di questa ricerca è nata dalla curiosità, vista la mancanza di informazioni riguardanti la morfologia urbana della città, dovuta non solo al fatto che questa non è mai stata vista come un “caso studio” importante, ha sottolineato lo storico e responsabile del progetto Dušan Mlacović, ma anche a causa del negato accesso all’Archivio storico. Il lavoro degli storici che collaborano nella ricerca, nata dal progetto “Palazzo Pretorio: immagine, significato, scopo” si baserà sullo studio di materiale archivistico di Capodistria, finalmente disponibile ai ricercatori presso l’Archivio di Stato di Venezia. Si tratta di un processo lungo, che durerà fino al 2026, in quanto tra i documenti da studiare e analizzare sono più di duecentomila gli atti notarili, dei quali ottomila sono già stati esaminati da Mlacović. Quest’ultimo ha presentato la ricerca anche al sindaco di Capodistria, Aleš Bržan, parlando della collaborazione con esperti nel settore, docenti e dottorandi, ma anche della possibilità di introdurre delle borse di studio per i ricercatori coinvolti. “Questo compito è molto grande ed è impossibile farlo da soli, anche vista la natura medievale di Capodistria. Perciò collaboriamo con altri colleghi, siamo un gruppo di mentori e dottorandi che unisce docenti dell'Università di Lubiana, Pola, Trieste, Padova, Toulouse e Cambridge” ha spiegato Mlacović, precisando che ha anche proposto al sindaco Bržan, di creare “un fondo per aiutare tutti i dottorandi che si occupano di ricerca riguardo la città di Capodistria”. Si tratta di un progetto grande ed importante, che una volta concluso, unirà i risultati in un database integrato, basato sull’utilizzo del sistema GIS, nel quale tutte le informazioni saranno disponibili e geolocalizzate.

B.Ž.