Foto: Galeb
Foto: Galeb

In occasione del suo settantesimo anniversario, il Museo del mare di Pirano, ha dedicato una serata alla barca Galeb, ricevuta in dono nel 1994 dal famoso duo di ballerini e coreografi Pino e Pia Mlakar, imbarcazione che tornerà a navigare in quattro diverse regate. Il restauro della barca è stato realizzato dal cantiere Alto Adriatico Custom di Monfalcone, il quale con orgoglio ha preso in carico questo impegno. I Maestri d’ascia Odilo Simonit e Federico Lenardon, assieme a Paolo Skabar e Mario Mallardi, hanno condotto i lavori di restauro, e ieri sera hanno presentato l’intero processo. Ce ne ha detto di più il titolare del cantiere, Odilo Simonit. “Il restauro è stato molto importante, la barca è arrivata in condizioni disastrose, praticamente non stava più a galla, aveva seri problemi di rigidità e di robustezza, per cui è stato fatto un lavoro molto importante. È stato riconsolidato il fasciame, rivestito con del legno, rifatto l'albero, tutto il sistema di fissaggio della chiglia, rimesso a posto la coperta. Tutto quanto per far navigare e regatare la barca nuovamente.”

Foto: Galeb
Foto: Galeb

Un lungo lavoro di restauro che aveva come obiettivo rendere la barca a vela ancora utilizzabile in mare, per poi riportarla a casa, nel Museo del mare di Pirano, tra 50 o 60 anni. Dopo il tanto atteso varo, è scattata la fase di digitalizzazione, resa possibile grazie ad alcuni finanziamenti della Regione Friuli-Venezia Giulia. Di questa fase se n’è occupato in parte Federico Lenardon, il quale ha creato un modello 3D della barca, per poi passare il suo lavoro in mano all’azienda triestina SimCoVR che ha dato vita alla Galeb nella realtà virtuale.

Foto: Galeb
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“Lo step iniziale per la digitalizzazione, quindi la creazione del modello 3D della barca, è partito da una scansione laser fatta da una ditta specializzata che poi mi ha fornito un file, in realtà era solo una nuvola di punti nel mondo “virtuale”. Da qui sono partito, ho ricostruito praticamente una superficie, ovvero quella esterna dello scafo, e poi da questo è stato come fare un progetto ex novo. Ho riprogettato e ridisegnato in 3D ogni componente della barca, fase interessante e anche divertente perché sono andato a scavare le stratificazioni geologiche di tutti i pezzi aggiunti nel corso della storia della barca, e li ho portati nel mondo 3D.”

B.Ž.