Un progetto che vede inclusa pure la Facoltà di agronomia di Zagabria che dopo uno studio ha individuato nella penisola un centinaio di capi che - geneticamente - corrispondono alla razza autoctona istriana. Le analisi del DNA hanno, infatti, da qualche tempo stabilito le caratteristiche della specie e ora si punta alla sua riproduzione e all'affermazione economica dell'allevamento e dei prodotti che ne derivano: carne, latte, ricotta, formaggi. Si seguirà un po' l'iter adottato per la protezione del boscarino istriano, il bue grigio bianco dalle corna lunghe che -quasi estinto- è ritornato da una ventina d'anni a ripopolare gli allevamenti della penisola che oggi vantano all'incirca 2 mila e 500 capi destinati all'alimentazione in quanto la sua carne è diventata una delle delizie gastronomiche dell'area. "Lo stesso percorso sarà riservato ora alla capra istriana ed anche in questo contesto - come per altri generi e prodotti del territorio - saranno incluse pure le istituzioni dell'Istria slovena ed italiana" dicono gli esperti dell'AZRI sostenuti più che mai dalla politica locale in quanto la capra istriana oltre che a rappresentare una potenzialità di sviluppo economico ha un grande valore emotivo: simbolo dell'Istria fin dai tempi degli antichi romani essa è rappresentata nello stemma tradizionale della Regione istriana e rientra pure in quello della repubblica di Croazia. C'è inoltre un grande legame affettivo degli istriani verso questo animale domestico che fino agli anni '50 era presente in ogni cortile ed aveva sfamato - in tempi difficili - tante famiglie. Successivamente alcuni divieti relativi all'allevamento di questa precisa varietà e successivamente la progressiva urbanizzazione delle cittadine e dei villaggi ne hanno determinato la quasi estinzione. Estinzione che ora si spera evitata.
Lionella Pausin Acquavita

Foto: Radio Capodistria / Agroportal.hr
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