Entrate in vigore a fine novembre, le misure anticoronavirus con la chiusura di bar e ristoranti stanno mettendo in ginocchio un settore importante dell'economia croata. Si sperava in un'apertura, ma il tutto viene demandato a tempi migliori. "Una situazione d'attesa". Tullio Fernetich, che a Verteneglio gestisce il Boutique Hotel "San Rocco" e il Ristorante-Pizzeria "Primizia", definisce così il momento attuale della ristorazione istriana e croata. "Nonostante la possibilità di tenere aperti gli alberghi in funzione dei soli ospiti, noi a novembre abbiamo preferito chiudere dando modo ai dipendenti di usufruire delle ferie e delle giornate libere, ma ora siamo pronti a ripartire e lo faremo la prossima settimana", racconta il titolare e aggiunge: "Viviamo un periodo difficile per tutti, ma lo è in modo particolare per il nostro settore che, a parte i due mesi estivi, ha conosciuto un anno intero di crisi e generale chiusura; il male è che non se ne vede la fine".
Il consiglio nazionale di esperti caldeggia una proroga delle misure almeno fino al 15 febbraio prossimo; la Regione istriana, che registra un quadro epidemiologico diverso e migliore delle altre aree del paese, vorrebbe ripartire prima e anche perciò da domani trattative tra unità di crisi locale e nazionale per arrivare ad una soluzione che accontenti tutti. Iniziativa salutata da Fernetich secondo il quale anche l'annunciata riapertura del San Rocco potrebbe essere quasi un segno di speranza, di buon auspicio per un quanto più immediato ritorno alla normalità. "Sicuramente ci sono i nostri ospiti più fedeli che desiderano magari passare un fine settimana in relax, ma sappiamo che il nostro bacino è rivolto in primo luogo alle persone di oltre confine e dunque italiani, sloveni, austriaci che hanno difficoltà a superare le frontiere", spiega Fernetich e dice: "È percettibile questa voglia di ripartire, di viaggiare e ora bisogna sperare che la campagna vaccinale prosegua speditamente e dia la possibilità a tutti di riprendere con le attività di sempre anche se credo che questa fase - che definirei transitoria- durerà ancora qualche mese, probabilmente fino alla fine di aprile, inizio maggio, ma affinché tutto riparta bisogna che si rimettano in moto le compagnie aree, i grandi operatori turistici perché è impossibile aspettarsi che un piccolo albergo lavori se non lavorano i grandi. Ad esempio, noi per marzo avevamo delle prenotazioni dall'America, ma poi sono state disdette proprio perché i voli non erano assicurati".
Ricordando come l'economia istriana, ma anche quella croata, sia basata sul turismo Fernetich rileva che senza ospiti ci rimettono tutti, da chi gestisce i trasporti a chi organizza spettacoli, dai produttori di vino ed olio d'oliva ai pescatori, dagli affittacamere alle guide. "A onor del vero il governo ha reagito subito con queste misure anticrisi, con gli aiuti per gli stipendi dei dipendenti e così via, ma logicamente questi non possono coprire in toto i costi di un'azienda; aiutano a sopravvivere per qualche mese ma non di più" afferma l'imprenditore di Verteneglio e aggiunge: "Bar e ristoranti della nostra zona o piccoli alberghi come il nostro sono progettati per lavorare tutto l' anno, almeno dieci o undici mesi; abbiamo una struttura diversa dai grandi impianti turistici o dai locali destinati alla sola attività estiva e quindi abituati a grosse entrate che si spalmano durante tutto l'anno; noi per vivere dobbiamo lavorare e guadagnare di mese in mese ed anche perciò ogni giorno di chiusura può essere fatale".
"Io sono ottimista e ho molta speranza, sono quasi convinto che questa situazione d'attesa, questo limbo passerà presto e a primavera torneremo a sorridere e a socializzare, perché - al di là dei problemi economici- questo è forse quello che ci manca di più, rivedere gli amici, i nostri clienti con i quali scambiare un abbraccio e una stretta di mano", conclude Tullio Fernetich.
Lionella Pausin Acquavita

Foto: Radio Capodistria
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