Foto: Radio Capodistria
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Erano le ore 14:15 di una calda domenica d’agosto quando il forte boato scosse tutta la città e l’area circostante, trasformando in tragedia la giornata estiva di mare e spiaggia. L’esplosione uccise, anche se i numeri sono incerti, più di 100 persone, tra le quali molti giovani e bambini. Fu una strage - per anni dimenticata - che segnò la sorte di Pola e dell’Istria. “La vicenda storica e i cambiamenti politici susseguitisi sia in Italia sia in Jugoslavia nel secondo dopoguerra hanno fatto sì che una tragedia così orribile rimanesse nell’oblio”, spiega lo storico Gaetano Benčić e aggiunge: “Oggi è il momento del ricordo, è occasione per raccontarla alle generazioni che non hanno avuto modo di conoscerla e di risentirne, consapevoli che si tratta della nostra storia e che Vergarolla rientra in quella che è stata l’anima italiana dell’Istria, un’anima che si è infranta in quell’agosto così terribile e tragico”. La strage colpì quella che era l’anima giovane di Pola e dell’Istria e ricadde gravemente sulle opportunità di futuro della componente italiana. Rappresentò un ulteriore incentivo all’esodo, all’abbandono della propria terra, un momento senza ritorno. Secondo Gaetano Benčić, Vergarolla va raccontata non solo per noi, Gruppo nazionale italiano, ma per tutta la popolazione che oggi vive l’Istria perché dice: “Se non si riconoscono questi momenti difficili, non si può comprendere la complessità di Pola e di questa regione”. Una tragedia sulla quale non è stata detta ancora tutta la verità. “Agli storici resta il tempo della ricerca che ha tempi lunghi, che richiede molto sacrificio e che spesso ha esito incerto anche perché le vicende come Vergarolla sono complicate da dipanare”, spiega ancora Bencić che conclude: “Noi dobbiamo manifestare pietà per le vittime e ricordare quella giornata nei nostri scritti, nei nostri interventi, nel nostro narrare di quello che è stato il dopoguerra istriano; come CNI, come esuli abbiamo il dovere di commemorare in modo dignitoso le vittime di Vergarolla”. (lpa)