Foto: EPA
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Il Senato, con 208 voti favorevoli, nessuno contrario e 33 astenuti, ha dato l'approvazione al conferimento della cittadinanza italiana a Patrik Zaki, lo studente agli arresti in Egitto da più di un anno.

Tra gli astenuti ci sono i senatori di Fratelli d'Italia.

L'Aula ha inoltre chiesto al governo italiano di sollecitare le autorità egiziane per la liberazione di Zaki, di monitorare le udienze processuali e le condizioni di detenzione e di attivarsi in Europa per la tutela dei diritti umani in tutti quei Paesi dove persistono violazioni, con particolare attenzione ai casi di repressione di attivisti politici.

In Senato era presente anche Liliana Segre che ha dichiarato: “C'è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente è in prigione. Questo l'ho provato anch'io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente quando si parla di libertà".
"Ricordo - ha aggiunto - cosa sono i giorni passati dentro la cella, quando non si sa se preferire la porta chiusa o che si apra e qualcuno entri e ti faccia o ti dica qualcosa che ti possa far soffrire ancora di più".

Segre si è detta molto contenta di questa iniziativa.

Intanto dall'Egitto arrivano alcune novità sul caso di Giulio Regeni. Tre nuove testimonianze accusano i quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani di essere gli autori del sequestro, delle torture e dell'omicidio del ricercatore friulano.

Questi nuovi elementi emergono dagli ultimi atti depositati dalla Procura di Roma in vista dell'udienza preliminare, fissata per il 29 aprile, a carico del generale Tariq Sabir e di altre tre persone appartenenti appunto ai servizi segreti egiziani, per i quali verrà vagliata la richiesta di processo.

Sembrerebbe che gli agenti dei servizi segreti del Cairo sapessero della morte di Regeni già il 2 febbraio del 2016, il giorno prima del ritrovamento "ufficiale" del corpo, e per deviare l'attenzione da loro "inscenarono una rapina finita male". La testimonianza è ritenuta attendibile dai magistrati italiani.

Davide Fifaco