Foto: MMC RTV SLO/Presidenza del Consiglio
Foto: MMC RTV SLO/Presidenza del Consiglio

Soddisfazione di tutti i partiti di maggioranza per l'accordo raggiunto sulla Manovra, anche Forza Italia, che in precedenza aveva annunciato di necessitare di chiarimenti prima dell'approvazione, dopo che sono state inserite nel decreto alcune delle istanze proposte dal partito fondato da Berlusconi. Entra così nella legge anche l'indicazione per un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi.

La riunione di maggioranza ha inoltre confermato l'aumento al 26% dell'aliquota dalla seconda alla quarta casa messa in affitto fino a 30 giorni, specificando che per la prima resta al 21%. C'è l'impegno di destinare il gettito derivante, circa un miliardo di euro secondo stime circolate nella riunione, alla riduzione delle tasse sulla casa.

La soluzione di compromesso sulla cedolare secca prevede un aumento dal 21% al 26%, che si applicherà solo per chi mette in affitto breve più di un appartamento. La misura sarà applicata soltanto dal secondo appartamento in affitto da ogni singolo proprietario, "quindi non sarà per tutti", ha evidenziato il vicepremier Antonio Tajani. Ora la volontà è di procedere speditamente all'approvazione della Legge di Bilancio, senza pertanto presentare emendamenti.

Da capire, inoltre, se il Mef avrà trovato anche le coperture per evitare l'aumento dell'Iva sui beni per la prima infanzia.

Per quanto riguarda il tema delle riforme costituzionali, con la presenza della ministra per le riforme istituzionali della Repubblica Italiana, Maria Elisabetta Alberti Casellati, titolare del dossier che affronta i cambiamenti della seconda parte della Costituzione, relativa all'Ordinamento della Repubblica centrale il tema dell'elezione diretta del presidente del Consiglio e del sistema di voto.

La maggioranza è orientata su un maggioritario con un premio, forse al 55%.

Inoltre, con l'introduzione del premierato arriverà anche lo stop alla nomina di nuovi senatori a vita da parte del presidente della Repubblica: la cancellazione dell'istituto compare nel ddl costituzionale che manterrà la figura del senatore a vita solo per gli ex presidenti della Repubblica.

Gli attuali senatori a vita di nomina quirinalizia dovrebbero rimanere in carica fino alla fine del loro mandato.

Il pacchetto dovrebbe poi arrivare in Consiglio dei ministri venerdì 3 novembre.

Davide Fifaco