Foto: Claudia Rosanò
Foto: Claudia Rosanò

È un gesto millenario, che tutti i fedeli cattolici hanno fatto, ma che sembra destinato a cambiare, anche questa volta a causa della pandemia.
Farsi il segno della croce all’ingresso in una chiesa dopo aver toccato l’acqua santa potrebbe essere un rituale in via d’estinzione, dopo la decisione di alcune chiese, in Friuli Venezia Giulia ma anche in Veneto e in altre regioni, di sostituire l’acquasantiera con un più comodo, igienico, moderno e molto asettico dispenser automatico. In alcuni santuari erano stati già avvistati i distributori automatici di santini e rosari, ma quelli per l’acqua santa sono una novità.

L’oggetto, prodotto per la prima volta da una della startup di Pordenone, la ARetail (ma altri modelli sono stati poi messi in commercio da altre ditte), è stato ideato nel corso della pandemia, quando la necessità di rispettare le norme sanitarie aveva reso problematico mettere a disposizione un’acquasantiera comune piena di acqua che, per quanto benedetta, viene toccata da tutti coloro che entrano in chiesa. La pandemia è alle spalle, ma per ora le acquasantiere di pietra rimangono vuote.
Tornado all’oggetto, si tratta di una colonnina, decorata sobriamente con dei simboli religiosi, che spara, grazie a un sensore, una piccola quantità di acqua non solo benedetta, ma anche sanificata, direttamente nella mano del fedele, che può così segnarsi senza toccare nulla. Lo schermo digitale tiene il conto dell’acqua erogata e una spia avvisa quando il serbatoio, ricaricabile da tre litri, sta per esaurirsi.
L’oggetto, un po’ fuori contesto a dire la verità in una chiesa antica, è stato piazzato per la prima volta nel Duomo di Porcia, della diocesi di Concordia-Pordenone, ma poi altri parroci ne hanno voluto uno, in altri luoghi di culto del Friuli, a Bologna, Bolzano, Brescia e a Verona nella basilica di San Zeno. Proprio a Verona è apparso anche uno slogan: “Mani igienizzate e cuore purificato”.

Alessandro Martegani