Foto: EPA
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Sarà una delle prime e più complicate partite per due ministri 5 Stelle del nuovo governo, Luigi di Maio e Danilo Toninelli.
Entrambi sono infatti convolti nella gestione della vicenda Alitalia, la compagnia di bandiera italiana, commissariata da più di un anno in seguito all'ennesima crisi della sua storia, che ha visto bruciare otto miliardi di euro in oltre quarant'anni, più della metà solo negli ultimi 10, passando per fallimenti annunciati, cessioni bloccate, fino alla gestione Etihad e il successivo commissariamento.
Sulla compagnia, in attività grazie a un prestito ponte concesso dal governo Gentiloni, finito peraltro nel mirino della Commissione europea, c'era stata qualche manifestazione d'interesse da parte di Lufthansa, ma tutto era fermo in attesa degli orientamenti del nuovo governo. Anche per questo il Parlamento ha prorogato i termini per la cessione a fine ottobre, e a fine anno per la restituzione dei 900 milioni di prestito, ma le strategie ora potrebbero cambiare.
Nel programma di governo della nuova maggioranza infatti non si parla più di cessione, ma di potenziamento in un "piano strategico nazionale dei trasporti che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo".
I tempi si allungano e di fronte alla compagnia potrebbero esserci principalmente tre strade: la vendita a Lufthansa che intenderebbe mantenere tutte le attività, politicamente difficile al momento dopo gli attacchi lanciati da Lega e 5 stelle alla Germania, o alla cordata guidata da Easyjet, che invece potrebbe spezzettare la società. Ci potrebbe essere anche la conservazione di una quota in mani pubbliche, o il ritorno totale allo Stato, ma si tratta di una strada che ben difficilmente passerebbe l'esame di Bruxelles.
Come se non bastasse sulla gestione della compagnia da parte di Etihad è anche stata aperta un'inchiesta per bancarotta fraudolenta. I magistrati ipotizzano responsabilità degli amministratori nel disavanzo da 400 milioni di euro che ha caratterizzato la gestione delle società degli emirati, che deteneva il 49 per cento di Alitalia.