Foto: Reuters
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Il rischio concreto è che Alitalia debba aggiungere un altro capitolo buio alla già disastrata storia della compagnia di bandiera italiana.
L’arrivo del governo Draghi e di Giancarlo Giorgetti al dicastero dello sviluppo economico ha dato un nuovo impulso alle trattative per definire l’assetto della nuova compagnia, ma il braccio di ferro tra il Governo italiano e la Commissione europea ha di nuovo complicato il percorso di un calvario che dura ormai da 25 anni e sarebbe costato ai contribuenti italiani 11 miliardi di euro.
Il progetto del governo, dopo aver acquisito il controllo della compagnia, è di passare le attività a ITA, acronimo di Italia Trasporto Aereo, una nuova compagnia con un capitale di 3 miliardi di euro e con una flotta di soli 47 aerei. Una visione molto ridotta rispetto alla storia Alitalia, che dispone di più di 100 aerei, ma che appare l’unica credibile al momento, nonostante le riserve dei sindacati, preoccupati per i risvolti sull’occupazione, che comunque ci saranno, e per la tenuta di un operatore così piccolo, visto che già in Europa ci sono compagnie che hanno centinaia di aerei e rotte.
Il piano industriale sarebbe dovuto partire in questi giorni, ma le speranze italiane si sono infrante sul muro alzato dalla Commissione europea: da Bruxelles, per dare via libera all’operazione, si chiede una reale discontinuità aziendale, con nome, logo, e personale totalmente nuovi, ma anche la cessione di almeno la metà dell’aeroporto di Linate, e garanzie sulla concorrenza, con una gara pubblica per la cessione delle attività che però richiederebbe mesi, rischiando di far perdere al già disastrato settore del trasporto aero italiano tutta la stagione estiva, in cui si spera un recupero, perlomeno parziale, delle attività. In vista dell’estate molte compagnia si stanno già muovendo e ogni giorno è fondamentale per non perdere settori di mercato.
Non aiuta il clima generale il fatto che la Commissione, negli stessi giorni, abbia dato via libera senza troppi problemi al governo francese per la ricapitalizzazione del gruppo Air France KLM, ma da Bruxelles si replica che mentre in Francia la crisi è legata al momento storico, e sono quindi consentiti dei sistemi da parte dello stato, Alitalia è in crisi continua da 25 anni.
La trattativa continua, ma sembra a un punto di stallo, visto che il governo non sembra voler mollare sugli slot da cedere e sui tempi del passaggio, e negli ultimi giorni si è fatta strada l’ipotesi di un piano B: varare la nuova compagnia con o senza il via libera dell’Europa, affittando, anziché cedendo i rami di azienda di Alitalia a Ita. Si tratta di una strada che però potrebbe portare a nuove frizioni con l’Europa.

Alessandro Martegani