Foto: MMC RTV SLO
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Approvazione veloce del Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) italiano e di Palazzo Chigi per il disegno di legge di bilancio, perché la premier italiana Giorgia Meloni era attesa ad un incontro con il re di Giordania Abdullah II per discutere della de-escalation in Israele, mentre il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, in partenza per il Lussemburgo, per difendere le scelte italiane di politica economica e sostenere la necessità di un nuovo Patto pro-crescita, ma probabilmente anche per giustificare di nuovo il ritardo di Roma nella ratifica del Mes.

I pilastri della manovra, come già noto, sono il taglio del cuneo e l'accorpamento delle prime due aliquote Irpef, inoltre lo stanziamento di fondi anche per il rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione e per il Servizio sanitario, con 3 miliardi aggiuntivi. L'obiettivo principale è quello di ridurre le liste di attesa, chiedendo una mano in più alle strutture private accreditate e mettendo più soldi in busta paga a medici e infermieri attraverso la detassazione degli straordinari. Non ci saranno rivoluzioni al capitolo previdenza, che dovrebbe vedere subito la proroga di quota 103 e dell'Ape sociale.

Arriva per il 2024, inoltre, anche una maxi-deduzione per chi assume a tempo indeterminato, con una corsia privilegiata per determinate categorie, tra cui giovani ammessi agli incentivi all'occupazione giovanile, donne ed ex percettori del reddito di cittadinanza.

Previsti anche sostegni per le famiglie, per agevolare le mamme lavoratrici e dare aiuti più corposi a chi ha tre figli. Questo capitolo potrà contare anche sui fondi non utilizzati per l'assegno unico. Per il sostegno ai redditi potrebbe arrivare anche la proroga della detassazione dei premi di produttività e dei compensi erogati non sotto forma di denaro, ma come beni e servizi dal datore di lavoro ai dipendenti, fino a tremila euro (per chi ha figli).

Parte delle coperture arriverà dalla spending review che dovrebbe portare in dote almeno due miliardi per il prossimo anno. La revisione spetta ai singoli ministeri ma Giorgetti ha già messo in chiaro che ci penserà il Mef se ci sarà chi non fa i propri compiti.

Davide Fifaco