Nonostante le rassicurazioni, le bassissime possibilità di contagio, e le spiegazioni degli scienziati, anche in Italia crescono i timori sui rischi relativi al Coronavirus.
Il timore dei genitori ad esempio, a detta degli stessi proponenti, sembra essere alla base della discussa iniziativa dei governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, che hanno scritto una lettera comune al Ministero della Sanità, chiedendo un periodo d’isolamento anche per i bambini che frequentano le scuole italiane dopo esser rientrati dalle zone a rischio in Cina.
Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, ha motivato l’iniziativa con la volontà di dare una risposta “all'ansia dei tanti genitori visto – ha aggiunto - che la circolare ministeriale non prevede misure in tal senso”, ma la ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, ha assicurato che i protocolli di sicurezza sono già sufficienti.
I timori però a volte sconfinano in una vera e propria psicosi: lungo le strade della città, in particolare nei quartieri dove risiedono le comunità cinesi, ma anche su autobus e treni, cominciano ad apparire persone con la mascherina, nonostante non ci siano mai stati casi rilevati fra le comunità cinesi nel paese.
Non mancano gli episodi di vera e propria intolleranza, come la sassaiola che sarebbe stata indirizzata contro studenti di nazionalità cinese dell'Accademia di Belle Arti a Frosinone, caso peraltro smentito dal sindaco Nicola Ottaviani, o il caso della ragazza di Cuneo, alla quale è stato chiesto di scendere dall’autobus sul quale stava viaggiando verso Torino, un fatto condannato dalla Sindaca Chiara Appendino. A Roma sono apparsi in alcuni bar cartelli che vietavano l’ingresso ai cinesi, e a poco è servita la presa di distanze da parte delle associazioni di categoria.
Un clima pesante, che sembra preoccupare la stessa Organizzazione delle Nazioni Unite: il segretario generale Antonio Guterres, ha esortato il mondo a “seguire i consigli dell'Oms basati su scienza e fatti” ed “evitare stigmatizzazioni e discriminazioni”.
Non manca chi sfrutta la situazione per dichiarazioni che oscillano fra la propaganda e la battuta: è il caso del deputato di Fratelli d’Italia Ignazio la Russa, volto storico della destra italiana, che in un tweet, poi rimosso, ha invitato a salutare con il braccio teso per evitare il contatto fisico. Un’uscita che ha attirato sul parlamnatre durissime critiche di strumentalizzazione da parte della sinistra e dei movimenti antifascisti.


Alessandro Martegani


Kitajski turisti v Tokiu Foto: AP
Kitajski turisti v Tokiu Foto: AP