Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni (Foto: EPA)
Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni (Foto: EPA)

Procede fra distensioni e nuovi malumori il percorso di avvicinamento alla nascita del nuovo governo in Italia.
Se alcuni dicasteri sembrano ormai assegnati e non più in discussione per la premier in pectore Giorgia Meloni, su tutti i dicastero dell’economia che sembra ormai saldamente in mano al leghista Giancarlo Giorgetti, per altri ruoli chiave, rimane ancora molto da discutere, nonostante l’accordo sul numero di dicasteri ad assegnare a ogni partito del centrodestra e la rassicurazione da parte di Meloni sul fatto che la squadra è a buon punto.

Berlusconi con Vladimir Putin nel 2019 all'aeroporto di Roma (Foto: Reuters)
Berlusconi con Vladimir Putin nel 2019 all'aeroporto di Roma (Foto: Reuters)

Il problema è ancora una volta Silvio Berlusconi che, nonostante l’incontro e la stretta di mano con la futura premier, non sembra comunque disposto ad accettare imposizioni, in particolare sul ministero della giustizia, un tema da sempre caro al Cavaliere. Meloni e Fratelli d’Italia puntano a far diventare guardasigilli l’ex magistrato e parlamentare Carlo Nordio, ma il Cavaliere chiede quel ruolo per la ex presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Berlusconi ha poi annunciato Antonio Tajani agli Esteri e vicepremier, Anna Maria Bernini alla Funzione pubblica, Gloria Saccani all'Università, Gilberto Pichetto all'Ambiente e alla Transizione ecologica: tutti nomi su cui però non ci sarebbe accordo.

Ho riallacciato un po' i rapporti con il presidente Putin, un po' tanto

Silvio Berlusconi

Ad animare la discussione sono arrivate anche le dichiarazioni di Berlusconi su Putin, che hanno riacceso la polemica sulla vicinanza del Cavaliere al presidente russo. Berlusconi, parlando con i deputati di Forza Italia, ha detto di aver "riallacciato rapporti con Putin", che considererebbe il leader di Forza Italia “il primo dei suoi cinque veri amici", aggiungendo che l'ingresso dell'Ucraina nella Nato potrebbe significare "guerra mondiale".
Parole che sembrano incrinare la linea atlantista varata da Giorgia Meloni già nel corso della campagna elettorale, che rischiano di far saltare la candidatura del coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani a ministro degli esteri, ma soprattutto riaccendono il fuoco dalle polemiche in maggioranza, con silenzi e facce imbarazzate da parte degli alleati di Forza Italia, e della stessa Giorgia Meloni che sembra non avere il controllo su quello che sta diventando uno scomodo alleato.

L'unica cosa che può fare in più Berlusconi per non far nascere questo governo è mettere una bomba a via della Scrofa

Carlo Calenda

Forza Italia ha poi ribadito la linea atlantista e di sostegno a Kiev, riguardo i ministri alcuni esponenti del centro destra parlano di una lista di “desiderata” da parte del Cavaliere, altri tacciono, ma le crepe sono evidenti e sono state immediatamente sottolineate dalla futura opposizione.

“L'unica cosa che può fare in più Berlusconi per non far nascere questo governo è mettere una bomba a via della Scrofa”, ha detto il leader di Azione Carlo Calenda, mentre il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, a chiesto su Twitter a Giorgia Meloni “Chi danneggia l'Italia all'estero? L'opposizione che fa l'opposizione? Il Presidente della Camera che delegittima le sanzioni europee alla Russia? Gasparri contro la legge sull’aborto? o Berlusconi – conclude - che riallaccia i rapporti con l'invasore dell'Ucraina?".

Alessandro Martegani