Foto: Radio Capodistria
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Solo tre capi di stato hanno finora parlato al Parlamento italiano: dopo Re Juan Carlos di Spagna e Papa Karol Wojtyla per il Vaticano, oggi è toccato al presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky.

Un grande applauso da parte di tutto l'emiciclo ha accolto l'immagine in collegamento del presidente Zelensky. Tutti i politici presenti si sono alzati in segno di rispetto.

Come annunciato alla vigilia qualche assenza tra i banchi, in particolare da alcuni rappresentanti del Movimento 5 Stelle, della Lega, come Simone Pillon e del senatore Gianluigi Paragone di No Europa-Italexit.

Introdotto dai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, Zelensky da subito ha voluto ringraziare la vicinanza del popolo italiano, premettendo di aver poco prima parlato con Papa Francesco.

Il presidente ucraino ha spiegato di capire che l'Italia voglia la pace ma ha anche sottolineato che ognuno deve difendere la propria patria e che il popolo ucraino ora è l'esercito di difesa. Ha proseguito dicendo che sono già 117 i bambini morti nel conflitto ed ha ricordato che il primo bambino nato da una donna ucraina fuggita dalla guerra ha visto la luce proprio in Italia.

Ha poi proposto una similitudine tra Mariupol e Genova, due città portuali, di circa 500mila abitanti, spiegando che la città ucraina è stata completamente distrutta, un territorio che appunto corrisponde al capoluogo ligure, per far capire, con questo confronto, cosa sta accadendo in questa guerra.

Zelensky ha proseguito affermando che l'esercito russo ha minato le coste ucraine, di fatto mettendo in pericolo anche le vicine città costiere di altri Paesi europei ed ha evidenziato come l'Ucraina potrebbe essere solamente la porta d'ingresso all'invasione di tutta l'Europa.

Il presidente ucraino non pronuncia mai il nome di Putin, ma più volte sottolinea come sia una sola persona a volere questa terribile situazione e conclude dicendo che "bisogna fermare una sola persona affinché ne sopravvivano milioni", lanciando quindi un appello non solo all'Italia ma a tutta l'Unione europea.

Appello accolto dal premier italiano Mario Draghi, che nel suo discorso dice a chiare lettere che l'Italia vuole l'Ucraina nell'Unione europea.

Draghi è molto chiaro anche nel condannare le azioni di Putin, definendolo "arrogante" e "feroce". Il presidente del Consiglio ha ringraziato l'Ucraina per l'eroica resistenza nel difendere la pace ed i diritti e ha affermato di ammirare il coraggio ed il patriottismo del popolo aggredito.

Ha poi garantito che l'Italia farà tutto il possibile per accogliere gli ucraini che scappano dal conflitto ed ha anche ringraziato l'unità politica di tutti i partiti, anche il principale di opposizione, per la rapidità con cui è stato approvato il nuovo decreto che prevede appunto anche lo stanziamento di fondi per l'accoglienza.

Davide Fifaco