Questa volta se ne sta occupando anche la magistratura: le manifestazioni d’intolleranza e negazionismo in Italia a ridosso del Giorno della Memoria non sono una novità, ma quello che è successo nel Consiglio Comunale di Cogoleto, piccolo comune della Liguria, ha scosso l’opinione pubblica e fatto muovere anche la giustizia.
I diretti interessati, consiglieri di centro destra dell’opposizione, smentiscono, ma le immagini e i racconti dei presenti non lasciano molto spazio all’interpretazione: i consiglieri avrebbero votato con il braccio teso, proprio nel giorno che ricorda la Shoah, fenomeno in cui il fascismo ebbe un ruolo, approvando le leggi razziali e partecipando alle deportazioni.
A denunciare il fatto è stato lo stesso sindaco di Cogoleto, Paolo Bruzzone, raccontando come alcuni consiglieri della minoranza si fossero “ripetutamente esibiti nel saluto romano” in aula, fatto confermato anche da altri presenti che avrebbero sentito anche uno dei protagonisti della vicenda proporre l’azione agli altri.
I consiglieri si sono difesi, affermando di aver solo alzato la mano per votare e di non aver mai voluto fare riferimento al saluto fascista, ma sulle registrazioni e sulle immagini sono in corso indagini da parte della polizia, ed è stato presentato un esposto al prefetto di Genova, Carmen Perrotta, per fare luce sul caso. Anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti però ha detto che quello che è avvenuto “non è tollerabile e va condannato, senza se e senza ma” perché oltre ad essere un reato, “ha offeso nel Giorno della Memoria tutte le vittime della follia criminale nazifascista”.
Non si tratta però di un episodio isolato: da una parte nel passato ci sono state manifestazioni dichiaratamente antisemite, come le scritte sui muri delle case di appartenenti alla comunità ebraica, ma dall’altra ci sono anche altri casi che rivelano come la sensibilità sulle responsabilità del fascismo nella Shoah non sia ancora abbastanza diffusa in Italia, come il rifiuto della cittadinanza onoraria alla senatrice sopravvista ad Auschwitz Liliana Segre da parte del comune di Andro, nel Bresciano, perché, secondo il sindaco Leghista Paolo Rosa, “non fa parte della storia della cittadina”, o il caso dell’assessore regionale del Veneto Elena Donazzan, di Fratelli d’Italia, che ha cantato la canzone fascista “Faccetta Nera” alla radio, salvo poi scusarsi “se qualcuno si fosse sentito offeso”.
Una recente indagine dell’Eurispes rivela che nel paese aumenta la percentuale di persone che negano l'esistenza della Shoah, passata in 15 anni dal 2,7 per cento della popolazione al 15,6. Una parte quasi equivalente, il 16,1 per cento, afferma invece che la Shoah “non avrebbe prodotto così tante vittime come viene sostenuto”, e non mancano quote consistenti, più del 20 per cento, che accusano gli ebri di controllare il potere economico e finanziario, l'informazione, o addirittura il governo degli Stati Uniti.
Più di un italiano sui due ritiene che nel paese non ci sia un problema di antisemitismo, ma solo di episodi isolati, una percentuale che però cala fra i più giovani, con un’età fra i 18 e 34 anni, che in maggioranza ritengono che il sentimento antisemita in Italia sia in costante crescita.

Alessandro Martegani