Foto: Reuters
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Con l'ultimo volo, il Cagliari-Roma di questa sera, cala il sipario su 74 anni di storia di Alitalia, la compagnia aerea italiana passata da uno sviluppo fatto di servizi di eccellenza negli anni 70 e 80, a crisi ripetute e perdite da centinaia di milioni, fino alla decisione di chiudere.
Un finale amaro, soprattutto se si pensa alla storia della compagnia: fondata nel 1946 con il nome di Aerolinee Italiane Internazionali dalla British European Airways e dall’IRI, vide decenni di espansione, fatti soprattutto di servizi di qualità sia a terra sia in volo, fino alla prima crisi negli anni ‘90, che portò alla parziale privatizzazione dell'azienda.
Partirono i primi contatti prima con Air France, poi con KLM, ma in entrambi i casi gli accordi non si concretizzarono, sia per le proteste dei lavoratori, sia per una difesa dell’italianità della compagnia a livello politico. Una linea che impedì anche l’ingresso nella compagnia dei capitali di Air France - KLM nel 2008, quando il destino di Alitalia diventò anche terreno di scontro elettorale. Nello stesso anno per salvare la compagnia intervenne una cordata d’imprese, con la creazione della prima “bad company” che lasciò tutti i debiti a carico dei contribuenti italiani.
Nel 2014 ci fu l’ingresso di Etihad, la compagnia di Abu Dhabi che sembrava poter gestire la società mantenendo la rete di voli e assicurando un futuro ad Alitalia e ai lavoratori, ma la storia si concluse tre anni dopo, con la dichiarazione dell’amministrazione straordinaria e l’uscita della compagnia degli Emirati.
Il fallimento del tentativo di vendita ad altri colossi del trasporto aereo, e le difficoltà di dialogo con i sindacati hanno portato alla fine del glorioso marchio tricolore, passando attraverso a una serie di prestiti dallo Stato, che hanno anche incontro resistenze a livello europeo.
Alle 23 il volo Cagliari Roma atterrerà a Fiumicino, decretando al fine di Alitalia. Dalle sue ceneri nascerà, da domani, la più piccola e meno ambiziosa Ita, controllata dal ministero dell’economia, con 52 aerei e 2.800 dipendenti, un quarto di quelli di Alitalia, mentre i rami di manutenzione e dell'handling di Alitalia saranno messi in vendita più avanti dall'amministrazione straordinaria.
Rimane poi da vedere come andrà a finire la partita della vendita del marchio Alitalia: oggi ai lavoratori è stata accreditata la metà restante degli stipendi di settembre, un passo che, come avevano spiegato gli amministratori, sarebbe stato compiuto solo quando ci fossero state novità "sull'esito del bando del marchio". La stessa Ita ha offerto 90 milioni di euro per comprare il marchio di Alitalia e i domini del sito internet.

Alessandro Martegani