Continua il confronto tra il Governo italiano e le regioni sulla possibilità di spostamenti liberi nei diversi territori. Dopo le proteste e le polemiche sull'ipotesi che la riapertura slitti di una settimana solo in Lombarda e Piemonte, ora si cerca una mediazione con le Regioni del Sud, che hanno minacciato di far entrare nei loro territori solo le persone che presenteranno un test sierologico effettuato nei tre giorni precedenti. Il ministro per le Autonomie regionali, Francesco Boccia, ha già rigettato questa possibilità che risulterebbe anticostituzionale ed ha spiegato che l'obiettivo è quello di non creare “strappi” nel Paese. Una delle soluzioni potrebbe essere quella di permettere gli spostamenti prevedendo però una quarantena breve per chi si reca in alcune aree, regola che varrebbe anche per gli stranieri che arriverebbero in Italia. Il provvedimento dello scorso 18 maggio prevede che dal 3 giugno non ci siano limitazioni per gli spostamenti, ma i dati dei contagi in Lombardia, che rimangono elevati, avevano fatto ipotizzare una riapertura ritardata, che potrebbe coinvolgere anche il Piemonte. In giornata arriveranno i nuovi dati del monitoraggio settimanale da parte del ministero della Salute ed in base all'andamento della curva epidemica si deciderà cosa fare. La linea del governo è quella di procedere tutti insieme, a meno che non ci sia un'impennata di nuovi positivi in Lombardia od in altre regioni. Se alcuni governatori esprimeranno timori rispetto agli arrivi, in vista delle vacanze si proporranno misure di contenimento atte a garantire la salute dei residenti. Se invece i dati non dovessero essere positivi, si dovrebbe rinviare la libera circolazione di una settimana e il governo pensa comunque a un provvedimento che non faccia distinzioni tra le varie Regioni. Questa scelta rischia però di provocare polemiche e scontri tra i presidenti, ma il governo vuole far passare la linea di "regole uguali per tutti".

Davide Fifaco

Foto: MMC RTV SLO/palazzo Chigi
Foto: MMC RTV SLO/palazzo Chigi