Foto: La voce del popolo
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Urge una risposta chiara ed esaustiva. L'Università popolare di Trieste, ente morale prossimo a festeggiare 120 anni di attività è palesemente in difficoltà per i bilanci in rosso, il passivo sarebbe di 300 mila euro, e segnato dalla sequenza di dimissioni da parte nel CdA di Renzo Grigolon e Roberto Fermo, che rispettivamente rappresentavano i soci ed il Comune. A gran voce l'assessore regionale alla cultura del FVG, Tiziana Gibelli invoca le dimissioni del Consiglio di amministrazione dell'Ente. Preoccupano certamente i conti ma anche e soprattutto il silenzio di palazzo in via Ponterosso. A preoccupare, infatti, non è soltanto il deficit accumulato, ma la mancata risposta all'invito a più riprese fatto dalla Regione di visionare i bilanci. Dello stesso avviso è anche Pietro Colavitti, indicato dal sindaco Roberto di Piazza quale membro delegato del Comune di Tieste nel consiglio di amministrazione dell'UPT, in sostituzione del consigliere Fermo. Segue con apprensione il futuro dell'Università popolare di Trieste anche l'Unione Italiana. Come noto dalla metà degli anni '60 l'UPT ricopre il ruolo di tramite tra il ministero degli Esteri italiano ed i connazionali nella Federativa prima e ora nelle Repubbliche balcaniche dopo la caduta della Jugoslavia.

A riguardo abbiamo sentito il parere di Maurizio Tremul. Come da statuto l'Unione italiana prende parte ai CdA dell'UPT, senza diritto di voto.

"Ma certamente, è una situazione preoccupante. Noi da, quando partecipiamo alle riunioni del CdA e possiamo visionare i materiali che vengono trasmessi per il consiglio di amministrazione e quindi sapevamo di questa sofferenza per quanto riguarda il deficit di bilancio, che però riguarda prettamente la gestione, diciamo, dei mezzi propri dell'ente morale triestino. L' intera situazione ci preoccupa molto perché, come sappiamo, sia per come è stato gestito il bando dell'UPT per con i fondi della regione Friuli Venezia Giulia ha creato notevoli difficoltà alle nostre comunità degli italiani e, per quanto riguarda il fondo di formazione anche per tutta una serie di questioni legate alle nostre istituzioni. La situazione che si è creata all'Università di Trieste sicuramente preoccupa un po' tutti quanti, ci rattrista tutti anche perché l' UPT ha una lunga tradizione di collaborazione con noi, ha avuto dei meriti indiscussi nel corso della storia e l'aiuto che ha dato alla comunità nazionale. Oggi i tempi sono cambiati e certamente la collaborazione dovrebbe svolgersi in un altro modo però questa situazione che sta emergendo in questo momento rischia di avere aldilà di tutto, e questa è la mia prima preoccupazione, rischia di portare a una sospensione, un blocco. Ce il rischio di blocco delle attività dei finanziamenti a favore della comunità nazionale italiana che potrebbe avere ricadute negative, molto molto negative, molto deleterie per tutta la comunità nazionale".