Foto: EPA
Foto: EPA

Ha un singolare valore politico l'anniversario dei cent'anni dalla marcia su Roma, l'evento storico che di fatto portò il fascismo al potere in Italia e cambiò per sempre, non solo la storia del Paese ma del mondo intero, arrivando alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale.

Valore simbolico, oltre che politico, perché questo anniversario arriva esattamente nel momento in cui in Italia ha appena giurato come Presidente del Consiglio una donna che arriva proprio dalla tradizione postfascista, erede delle esperienze di Giorgio Almirante e Pino Rauti, leader di un governo che mai era stato così a destra nel dopoguerra.

Durante la campagna elettorale non mancarono le polemiche per il simbolo elettorale di Fratelli d'Italia sul quale in primo piano è stata posta la Fiamma Tricolore, disegnata nel 1946 proprio da Almirante, ex repubblichino, già segretario di redazione della rivista antisemita "La difesa della razza", scelta ovviamente criticata dalle opposizioni che chiedevano a Giorgia Meloni di affrancarsi dalla "tradizione fascista".

La neopremier, poi, nel discorso di insediamento ha condannato i totalitarismi del novecento e ha ribadito di non aver mai avuto simpatie per il fascismo, ma non ha fatto alcun accenno al ruolo essenziale dell'antifascismo e della Resistenza.

Intanto proprio in occasione delle celebrazioni per il centenario della marcia su Roma per domenica la sezione degli Arditi d’Italia di Ravenna ha organizzato a Predappio un corteo da piazza Sant’Antonio al cimitero di San Cassiano, dove, dal 1957, si trova la cripta Mussolini, dove ci sarà un saluto ai partecipanti da parte di Orsola Mussolini, pronipote di Benito.

Secondo alcune voci al corteo dovrebbero partecipare migliaia di persone. Uno degli organizzatori ha voluto ironicamente anche ringraziare la sinistra, per aver ricordato del centenario anche chi se lo era scordato.

Davide Fifaco