Dopo 10 anni, la vicenda di Stefano Cucchi, il giovane morto in seguito all’arresto per droga avvenuto nell'ottobre 2009, ha una verità accertata da un tribunale.
La prima Corte d'assise di Roma ha condannato a 12 anni due agenti dei carabinieri, Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, per omicidio preterintenzionale: sono stati loro a picchiare a morte il giovane, come la famiglia e in particolare al sorella di Stefano, Ilaria, avevano sempre sostenuto.
Dopo la morte del giovane, la famiglia aveva diffuso le foto choc che mostravano il corpo tumefatto, ma sia l’Arma dei carabinieri sia i medici che avevano prima visitato e poi accertato la morte di Stefano, avevano eretto un muro di silenzio parlando di morte per cause naturali, smentendo ogni addebito, e venendo anche assolti in una prima inchiesta.
Ilaria Cucchi però non si è arresa, fino alla svolta è avvenuta l’11 ottobre del 2018, quando uno dei 5 agenti indagati, Francesco Tedesco, ha deciso di parlare indicando i responsabili del pestaggio del giovane romano.
La sentenza è stata ascoltata in aula dai genitori e dalla sorella di Stefano, visibilmente commossi: “Stefano è stato ucciso, questo lo sapevamo e lo ripetiamo da 10 anni – ha detto Ilaria Cucchi -. Forse ora potrà risposare in pace".
Ilaria ha anche ricevuto un baciamano da parte di un carabiniere: un omaggio dell’Arma, che dopo anni ha ammesso le responsabilità, al suo coraggio, per aver sempre sostenuto la verità anche contro le forze dell’ordine, l’opinione pubblica, e per un periodo anche contro il governo. “L’ho fatto – ha detto l’agente - perché finalmente, dopo tutti questi anni, è stata fatta giustizia”.
La vicenda giudiziaria non è però conclusa. Gli avvocati degli agenti condannati hanno annunciato appello, ma anche l’Arma appoggia ormai le ragioni della famiglia. "La sentenza - ha detto il comandante generale dell'Arma, Giovanni Nistri - definisce le responsabilità di alcuni carabinieri venuti meno al loro dovere, con ciò disattendendo i valori fondanti dell'Istituzione".

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
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