Il premier italiano Giuseppe Conte, spiegando i criteri con cui si è arrivati al nuovo Dpcm, ha evidenziato come l'indice Rt sia stato riportato a 0,91, ci sia un calo di accessi nei Pronto soccorso ed ha aggiunto che continuando così, nel giro di due settimane, in prossimità delle Feste, tutte le Regioni saranno gialle. Ha anche precisato che "la cautela è essenziale per proteggere i nostri cari, in particolare i più anziani". Conte ha proseguito dicendo che "ci saranno ulteriori restrizioni nel periodo dal 21 dicembre al 6 gennaio".

Confermati i divieti per tutti gli spostamenti tra Regioni, anche per raggiungere le seconde case. A Natale, Santo Stefano e primo gennaio vietati anche gli spostamenti da un comune all'altro. Rimane la possibilità di spostarsi per motivi di lavoro, salute e necessità: tra questi ultimi ricorre anche l'iniziativa di prestare assistenza a persone non autosufficienti, ha spiegato il premier, aggiungendo che in ogni caso sarà sempre consentito il rientro nel comune dove si ha residenza, domicilio o dove è la propria abitazione. Questo permetterà il ricongiungimento alle coppie lontane e distanti per motivi di lavoro, ma che convivono con una certa periodicità nella stessa abitazione. I negozi saranno aperti fino alle 21 dal 4 dicembre al 6 gennaio, in tutte le regioni escluse quelle inserite nella zona rossa.

Gli italiani che andranno all'estero per turismo dal 21 dicembre al 6 gennaio, al rientro dovranno sottoporsi alla quarantena. Si tratta di una misura dissuasiva, perché non si sa se in altri paesi saranno permesse o meno feste ed assembramenti. Anche gli stranieri che verranno in Italia, nello stesso periodo, saranno sottoposti a quarantena.

Non sono però mancati malumori con le Regioni per le modalità con le quali si è arrivati al varo del decreto, in particolare sulle rigide limitazioni agli spostamenti. I governatori hanno ancora una volta accusato l'esecutivo di non aver parlato con gli enti locali. Secondo la Conferenza delle Regioni il provvedimento è stato approvato "in assenza di un preventivo confronto tra le Regioni", un metodo in contrasto "con lo spirito di leale collaborazione, sempre perseguito nel corso dell'emergenza". I governatori sottolineano inoltre che nel Dpcm non si fa alcun riferimento alle norme sui ristori economici.

Accusa rigettata dal ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia che ha affermato che le norme inserite nel Dpcm sono state discusse in due riunioni nell'ultima settimana, durate complessivamente 7 ore.

Davide Fifaco

Foto: MMC RTV SLO
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