Il carcere di Opera
Il carcere di Opera

Non accenna a calare lo scontro fra Fratelli d’Italia e il Partito democratico, dopo l’intervento alla Camera di Giovanni Donzelli, deputato meloniano che nel corso di un dibatto sul regime carcerario dei condannati per mafia, aveva accusato alcuni deputati del Pd, fra i quali la capogruppo Deborah Serracchiani, di aver avuto un colloquio con l’anarchico sottoposto al 41 bis Alfredo Cospito, ma anche con dei condannati per mafia nel carcere di Sassari, chiedendo se stessero dalla parte dello Stato o dei mafiosi.
L’intervento aveva provocato una durissima reazione da parte del Pd, che ha chiesto anche la costituzione di un giurì per stabilire se le dichiarazioni di Donzelli fossero lesive della dignità dei parlamentari. La visita in carcere c’è stata, prassi normale per dei parlamentari, ma ha fatto discutere l’accenno di Donzelli a fatti contenuti in documenti secretati.
Perfino Forza Italia e in parte la Lega hanno, se non preso le distanze, evitato di dimostrare troppa convinzione nel difendere Donzelli, e in una nota le capogruppo del Pd Serracchiani e Malpezzi hanno accusato Giorgia Meloni, di “fare due parti in una commedia: da un lato la presidente del Consiglio che chiede unità dello Stato contro violenza e minacce e dall'altro il capopartito che, continuando a tacere, mostra di approvare e condividere questo attacco senza precedenti al principale partito di opposizione”.
I deputati del Pd hanno annunciato querele e richieste di risarcimento danni nei confronti del sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove e di Giovanni Donzelli, che però non intendono fare marcia indietro. Il Pd, ha detto Delmastro in un’intervista al giornale “Il Biellese”, “dovrà spiegare all'opinione pubblica quell'inchino ai mafiosi”. Al momento non sembra possibile nemmeno la revoca del 41 bis a Cospito.
Nel carcere milanese di Opera intanto Alfredo Cospito, anarchico in prigione già da 10 anni per aver sparato nel 2012 all'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, continua lo sciopero della fame in segno di protesta contro il regime di carcere duro, solitamente riservato ai condannati per mafia e ai terroristi. Lo stesso Cospito, avrebbe avuto, nel corso della sua detenzione, contatti con dei mafiosi che lo avrebbero incoraggiato a proseguire la battaglia.
Cospito ha ricevuto la visita della senatrice dell'Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il giovane che mori in carcere nel 2009 a causa di percosse ricevute da alcuni carabinieri. La senatrice ha detto di aver trovato Cospito “in condizioni di a dir poco allarmanti, in peggioramento”, ma “la cosa che mi mette più preoccupazione – ha aggiunto - è che non ha alcuna intenzione di interrompere lo sciopero della fame, per lui - ha concluso - è una lotta politica".

Alessandro Martegani