Foto: Reuters
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Questo è stato il punto di partenza nella prima riunione del Tavolo sulle conseguenze della crisi nel Mar Rosso per l’economia italiana, tenutasi alla Farnesina, e presieduta dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, affiancato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Dopo che nel mese di novembre 2023 il gruppo degli Houthi ha condotto una serie di attacchi contro le navi commerciali e militari in una delle principali arterie commerciali, il traffico commerciale ha subito una riduzione del 64,7%. “La sicurezza economica è sempre più l’asset su cui dovrà muoversi la nostra Italia e la nostra Europa, in un contesto globale in cui insistono vari fattori di rischio come conseguenza del conflitto in Medio Oriente” ha dichiarato il ministro Urso, evidenziando che “i valori economici legati alla crisi nel Mar Rosso sono elevatissimi”. Come sottolineato durante la riunione, la crisi ha un impatto diverso su ogni regione italiana. Quelle con le esportazioni più cospicue in termini di valore che transitano attraverso il Mar Rosso sono la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna. Tuttavia, quest’ultima è la regione che trae la più alta percentuale del proprio prodotto interno lordo dall’export attraverso il Canale di Suez, seguita da Friuli Venezia Giulia e Toscana. “Ci siamo attivati da subito per il lancio dell’operazione europea Aspides, che sta svolgendo una fondamentale funzione volta a ristabilire la sicurezza e la libertà della navigazione nell’area. Faremo di tutto per tutelare il sistema marittimo italiano e il nostro sistema produttivo dalle conseguenze di questa crisi” ha dichiarato il ministro Tajani. Il prossimo passo sarà la riunione dei ministri del Commercio del G7 che si terrà a Reggio Calabria il prossimo luglio, la quale sarà presieduta dal vicepremier Tajani e che servirà per dare una particolare attenzione politica proprio agli effetti della crisi del Mar Rosso.

B.Ž.