Foto: EPA
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"Noi, organizzazioni civili impegnate in attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, esprimiamo la nostra più viva preoccupazione per l'ultimo tentativo di un governo europeo di ostacolare l'assistenza alle persone in difficoltà in mare". Parte con queste parole il documento unitario sottoscritto dalle Ong, che sottolineano che i salvataggi in mare ora sono molto più complessi.

Il documento, firmato tra gli altri da Emergency, Iuventa Crew, Msf, Mare Liberum, Open Arms e Sea-Watch, spiega che il "decreto è apparentemente rivolto alle Ong di soccorso civile, ma il vero prezzo sarà pagato dalle persone che fuggono attraverso il Mediterraneo centrale e si trovano in situazioni di pericolo".

Le organizzazioni non governative proseguono: "Nel complesso, il decreto-legge italiano contraddice il diritto marittimo internazionale, i diritti umani e il diritto europeo, e dovrebbe quindi suscitare una forte reazione da parte della Commissione europea, del Parlamento europeo, degli Stati membri e delle istituzioni europee. Esortiamo il governo italiano a ritirare immediatamente il decreto-legge appena emanato. Chiediamo inoltre a tutti i membri del Parlamento italiano di opporsi al decreto, impedendone così la conversione in legge", così si conclude il testo.

Intanto la portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper, rispondendo nel corso del briefing quotidiano ad una domanda sulla protesta delle Ong nei riguardi del decreto approvato dal governo italiano ha spiegato: "I Paesi dell'Unione europea devono rispettare la legge internazionale e la legge del mare" ed ha inoltre aggiunto: "Salvare vite in mare è un obbligo morale e legale, non spetta all'Ue guardare nello specifico il contenuto di questo decreto".

Davide Fifaco