Foto: EPA
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A una settimana dall'alluvione si continua a lavorare senza sosta in Emilia Romagna per cercare di rimediare ai danni causati dall'inondazione che ha travolto più di 40 comuni tra il 16 e il 17 maggio scorsi. In totale, sono caduti 350 milioni di metri cubi d’acqua, sono stati cento i comuni coinvolti, mentre sono saliti a 23 i fiumi e corsi d’acqua esondati e migliaia sono state le frane segnalate nelle colline e nelle montagne delle aree colpite. Il bilancio delle vittime nella giornata di ieri è salito a 15; mentre più di ventimila restano gli sfolalti. Nelle prossime ore, è prevista una nuova allerta meteo non solo per le zone già colpite.

"Oltre 7 miliardi di danni", è la cifra stimata sino ad ora che è destinata ancora a salire. Ai problemi causati da frane, fango e pioggia, si è aggiunto in queste ore l'allarme lanciato dai sanitari per quanto riguarda la salute collettiva. Le acque ormai stagnanti e infettate dalle carcasse degli animali e delle fogne rischiano, infatti, di essere portatrici di infezioni e malattie. Si parla di infezioni da "norovirus, epatite A, gastroenterite da rotavirus, infezioni causate da parassiti, infezioni batteriche dovute a campylobacter, escherichia coli, salmonella, eccetera". Inoltre aumenta il rischio di gastroenterite, dermatite, congiuntivite e veri e propri avvelenamenti. Per questo la popolazione è invitata a lavarsi e disinfettarsi le mani il più possibile, come a vigilare sull'igiene personale e degli oggetti con i quali si entra in contatto. Spunta, anche, l'ipotesi vaccino.

Barbara Costamagna