Foto: MMC RTV SLO/Quirinale
Foto: MMC RTV SLO/Quirinale

Il premier italiano, Giuseppe Conte è salito al Quirinale dopo aver comunicato ai ministri la decisione di rassegnare le proprie dimissioni. I capi delegazione del Movimento 5 Stelle, Alfonso Bonafede, del Partito Democratico, Dario Franceschini e di Liberi e Uguali, Roberto Speranza, hanno ribadito anche nelle sedi istituzionali il loro sostegno a Conte.

Franceschini, in particolare, ha dichiarato: “Quando siamo partiti sapevamo di avere di fronte un percorso difficile, per le distanze politiche tra i soggetti che hanno dato vita a questo governo. Non ci aspettavano certo di dovere affrontare una pandemia e una delle fasi più difficili della storia della Repubblica. L'abbiamo fatto al meglio delle nostre capacità e crediamo con molti risultati positivi, grazie alla guida del presidente Conte e al sostegno delle nostre forze politiche". "Questo cammino - ha proseguito il capo delegazione Pd - ci consente oggi di pensare a questa maggioranza anche in prospettiva, come una area di forze riformiste alleate non solo temporaneamente. Per questo è fondamentale salvare questa prospettiva anche nel percorso della crisi che abbiamo davanti".

Conte, successivamente, nel suo discorso ha ringraziato tutta la squadra di governo, ogni singolo ministro, per il lavoro svolto quotidianamente in questi mesi; un lungo applauso ha poi concluso il Consiglio dei ministri.

Ora la palla è nelle mani di Sergio Mattarella, che deve valutare tutti gli scenari possibili dopo rapide consultazioni con tutte le forze politiche. Le ipotesi vanno dal reincarico al premier uscente per un “Conte-ter”, come auspicato da M5S, Pd e Leu fino alla soluzione più estrema, quella dello scioglimento delle Camere.

Conte avrà poi un paio di giorni per cercare di superare anche questa crisi, cercando di far nascere un gruppo di cosiddetti “costruttori”, in modo da ottenere l'incarico e formare un nuovo governo di “salvezza nazionale” per affrontare l'emergenza sanitaria in corso. Per ora però nessuno ha voluto manifestarsi e se non si troveranno questi responsabili a breve, pensare di continuare diventa veramente impossibile.

Finora è rimasto in silenzio quello che è stato l'artefice di questa crisi, Matteo Renzi, mentre il centrodestra ha programmato una serie di incontri per formulare una strategia di attacco verso il premier, decisamente indebolito in ottica elettorale.

Davide Fifaco