“Qualcosa è andato storto in Europa”, ha cominciato così il suo lungo dialogo con il pubblico triestino l’europarlamentare di Possibile Elly Schlein, che ha anche individuato nella mancata costituzionalizzazione della Comunità europea il momento critico. Un progetto quello di un Europa con un ruolo politico più forte, che è stato affossato dai referendum in Francia e Paesi Bassi, ma che oggi avrebbe forse potuto rappresentare l’unico argine all’aumento degli egoismi degli Stati aderenti. Una crisi politico istituzionale che, insieme a quella economica, sta facendo implodere l’Unione, che si sta dimostrando incapace di dare risposte ai grandi problemi del continente, come la crescita delle diseguaglianze, l’emigrazione e la tutela dell’ambiente. Chiudere i confini nazionali, però, non è la soluzione secondo la Schlein, e neanche le politiche di austerity, che, ha sottolineato, non sono frutto come molti pensano di grigi burocrati che vivono a Bruxelles, ma responsabilità di scelte politiche comuni. Per questo la sfida è ben più difficile perché si tratta di capire come ribaltare gli equilibri politici e per fare ciò forse si dovrebbero coinvolgere partiti e corpi intermedi a livello globale, come stanno già facendo alcuni movimenti come ad esempio quello femminista.

“Non bisogna rinunciare allo spazio europeo, ma riempirlo di democrazia”, ha detto l’europarlamentare di Possibile, rivedendo anche il funzionamento dell’Unione che deve però continuare ad esistere, nonostante gli egoismi dei leader europei, espressi più volte dalle scelte del Consiglio, dettate in alcuni casi solamente da interessi di politica interna, come ad esempio hanno fatto sulla gestione dell’emigrazione dove sei stati continuano ad accollarsi l’onere, nonostante la proposta di revisione del Trattato di Dublino approvata in parlamento. Uno dei grandi problemi è anche quello dell’evasione fiscale soprattutto delle multinazionali che stanno impoverendo i paesi dell’Unione attraverso schemi elusivi come il” Double irish”. La risposta, anche in questo caso, dovrebbe essere europea e sarebbe possibile con lo scambio automatico dei dati sugli accordi fiscali che è già in vigore e con il CBCR, una specie di dichiarazione dei redditi delle imprese scorporata per tutti i paesi in cui sono operative. “Non facciamoci più dire che i soldi non ci sono, perché ci sono. Basta andarli a recuperare dove si trovano eccessivamente concentrati”, ha concluso la Schlein.

Parlando delle elezioni europee alle porte Elly Schlein ha dichiarato che “bisogna far saltare il fronte dell’internazionale nazionalista, giocando sulle sue contraddizioni interne”; ma questo lo si può fare solo creando un fronte ambientalista e di sinistra, un “terzo spazio” che proponga politiche nuove. Questo vuol dire riempire quello spazio che esiste tra Macron e Melanchon esclusi, unendo verdi e alcuni attori della sinistra e della società civile. “Ho tentato in Italia di riunire queste forze in questi ultimi mesi per proporre un progetto comune, ma purtroppo per ora non c’è l’ho ancora fatta”, ha ammesso rivolgendosi al pubblico in attesa di novità sulle prossime elezioni, “stanno come al solito prevalendo dinamiche identitaria e personalismi”, ma la speranza è l’ultima a morire e quindi nonostante il poco tempo la politica italiana ha detto di continuare a lavorare per dare una risposta ai tanti disillusi delle “sinistre”, che anche oggi a Trieste, nonostante la splendida giornata di sole, hanno riempito il caffè San Marco alla ricerca di un candidato da votare.

Barbara Costamagna

Foto: Radio Capodistria/Barbara Costamagna
Foto: Radio Capodistria/Barbara Costamagna