Ilva e ArcelorMittal hanno siglato l'accordo che da un lato supera il contenzioso tra le parti al Tribunale di Milano e dall'altro modifica il contratto sulla gestione in fitto ed acquisizione del gruppo siderurgico. Gli accordi fra il gruppo franco indiano e i commissari dell'ex Ilva in amministrazione straordinaria prevedono anche la modifica al contratto e le rinunce agli atti della causa civile in corso a Milano. Con gli accordi la controversia giudiziaria si chiude e dovrebbe iniziare il rilancio del polo siderurgico con un nuovo piano industriale.
I sindacati però bocciano l'accordo, ritenendo "assolutamente non chiara la strategia del Governo in merito al risanamento ambientale, alle prospettive industriali e occupazionali del Gruppo". Le sigle sindacali rilevano inoltre la totale incognita sulla volontà dei soggetti investitori, a partire da Arcelor Mittal, riguardo il loro impegno finanziario nella nuova compagine societaria che andrà a costituirsi.
La Fiom, in particolare, non è disponibile a firmare accordi per ArcelorMittal che non prevedano l'occupazione piena dei 10.700 lavoratori dell'azienda e dei 1.800 ex Ilva in amministrazione straordinaria ora in cassa integrazione. La segretaria generale di Fiom-Cgil, Francesca Re David, ha commentato con le parole "se pensano che l'accordo sindacale che va raggiunto entro maggio sia un altro accordo di cassa se lo scordano. Non ci devono essere esuberi. Lo Stato deve garantire piena occupazione".
Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, dichiara invece: "Siamo soddisfatti per un accordo che assicura da subito continuità operativa all'impianto e pone le basi per un progetto di politica industriale di grande respiro in grado di coniugare, grazie ad importanti investimenti pubblici, il rispetto per la salute e per l'ambiente, la tutela dell'occupazione e la garanzia di concrete prospettive di competitività".

Davide Fifaco

Foto: MMC RTV SLO
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