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Foto: dal web, rivista "Il Torinese"

Le motivazioni della sentenza della Corte d'Appello di Parigi, che nega l'estradizione richiesta dall'Italia per i 10 ex terroristi rossi arrestati nell'aprile 2021 si conosceranno nei prossimi giorni. La decisione può essere impugnata dalla procura generale francese.

Il presidente della Corte d'Appello di Parigi ha spiegato che la decisione è basata sugli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che garantiscono il rispetto della vita privata e familiare e del giudizio di contumacia.

Alla lettura della sentenza, nel tribunale di Parigi, un gruppo di italiani guidato dal deputato della Lega Daniele Belotti, ha gridato "assassini". In precedenza, lo stesso assembramento aveva srotolato uno striscione di protesta davanti al palazzo di Giustizia prima dell'udienza.

Tra i terroristi vi è anche l'ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, condannato in Italia come uno dei mandanti dell'omicidio del commissario Luigi Calabresi ed unico assente in aula alla lettura della sentenza, per problemi di salute.

Il figlio di Calabresi, il noto giornalista Mario Calabresi, ha commentato la sentenza affermando di sentire "il sapore amaro del sistema francese, che per decenni ha garantito l'impunità a un gruppo di persone che si sono macchiate di reati di sangue". Ha poi aggiunto: "Oggi forse gli ex terroristi festeggeranno per averla scampata per sempre, ma auguro loro di sentire anche il bisogno di fare i conti con le loro responsabilità e il coraggio di contribuire alla verità".

Il procuratore generale di Milano, Francesca Nanni, ha spiegato che può valutare, nei prossimi giorni, l'esistenza nell'ordinamento francese di una impugnazione con il ricorso per Cassazione, nel caso di estradizioni per l'estero.

La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha invece commentato con le parole: "Rispetto le decisioni della magistratura francese, che agisce in piena indipendenza. Aspetto di conoscere le motivazioni di una sentenza che nega indistintamente tutte le estradizioni. Si tratta di una sentenza a lungo attesa dalle vittime e dall'intero Paese, che riguarda una pagina drammatica e tuttora dolorosa della nostra storia".

Davide Fifaco