Foto: EPA
Foto: EPA

Che le cose stessero precipitando era apparso evidente fin dalla mattina, e l'atteso incontro fra il presidente Mattarella e il premier incaricato Giuseppe Conte ha confermato i timori che la trattativa fosse giunta a un punto morto.
Repubblica Mattarella, che nel pomeriggio aveva anche incontrato sia Salvini sia Di Maio, non ha rinunciato al veto sul nome di Paolo Savona, economista euroscettico che Salvini aveva invece blindato al ministero dell'economia. Giuseppe Conte, che fin dall'inizio era apparso schiacciato un in un braccio ferro fra la Lega e il Quirinale, è quindi salito al Colle in serata con una lista dei ministri che comprendeva anche Savona, e, dopo poco più di un'ora, ha annunciato la decisione di rimettere il mandato e rinunciare, ringraziando il Quirinale per il conferimento dell'incarico e i due leader per la collaborazione
Mattarella nell'intervento seguito all'incontro con Conte ha ribadito come non sia stato possibile accettare il nome di Savona senza metter a rischio la tenuta del paese sui mercati e livello europeo: "Il presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia che non ha mai subito, ne può subire, imposizioni - dice - Ho condiviso e accettato tutte le proposte per i ministri tranne quella del ministro dell'economia. Ho chiesto per quel ministero l'indicazione di un autorevole esponente politico della maggioranza, che non sia visto come sostenitore di una linea più volte manifestata che potrebbe provocare probabilmente, o adirittura inevitabilmente, la fuoriuscita dell'Italia dall'euro".
Il Presidente ha annunciato a breve iniziative, convocando l'economista ed ex Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica Carlo Cottarelli, probabilmente per dar vita a un governo di servizio, ma intanto le reazioni di Lega e Movimento 5 stelle sono state durissime. Salvini chiede elezioni immediate, e fra i grillini c'è che parla anche di messa in stato di accusa di Mattarella. Un'ipotesi avallata anche ad Fratelli d'Italia, ma non da Silvio Berlusconi, che ha bollato come irresponsabili queste posizioni.
Anche il Pd ha attaccato Movimento 5 stelle e Lega: "A loro non interessa cambiare l'Italia - ha detto Matteo Renzi - ma vivere un conflitto permanente contro tutto e contro tutti, persino contro il Capo dello Stato".