È ormai quasi disperata la situazione di Radio Radicale, la storica voce della politica italiana e delle cronache parlamentari, finita sotto la scure dei tagli ai finanziamenti all’editoria voluti dall’attuale maggioranza, e in particolare dal Movimento 5 stelle.
La convezione che garantiva il sostegno economico alla radio è ufficialmente scaduta, e anche l’ultimo tentativo di ottenere una proroga con degli emendamenti al decreto crescita è fallito.
Nonostante il voto favore di tutti gli altri gruppi parlamentari, compresa la Lega, il Movimento 5 Stelle è rimasto contrario, sostenendo l’inammissibilità degli emendamenti e bloccando di fatto il salvataggio.
La proroga di sei mesi prevedeva un finanziamento pari a tre milioni e mezzo di euro: senza la radio non avrà più fondi per pagare ai lavoratori gli stipendi di giugno e per sostenere i costi di produzione.
La Lega ha annunciato un ricorso contro lo stop per inammissibilità al suo emendamento per la proroga della convenzione, e un’iniziativa analoga sarà avviata anche dal Pd. Roberto Giachetti, deputato Pd, ha anche avviato da giorni uno sciopero della fame ed è stato ricoverato in ospedale.
I 5 Stelle però sembrano rimanere insensibili agli appelli che si moltiplicano per consentire alla Radio di vivere e continuare a svolgere il proprio ruolo per l’informazione in Italia: "La mia posizione non è mai cambiata, - ha detto il sottosegretario 5 Stelle con delega all'editoria, Vito Crimi - è la posizione del governo e così rimane".
L’unica speranza è legata a una discussione parlamentare sui ricorsi, possibilità che però è ancora tutta da definire e su cui pesa la contrarietà dei 5 Stelle, mentre anche l’Agcom, l’Autorità di garanzia per le telecomunicazioni, ha sottolineato il valore della Radio per il servizio pubblico nel paese.


Alessandro Martegani


Foto: Wikipedia/wikipedia
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