Foto: Reuters
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La categoria incontrerà a breve il governo, ma al momento lo sciopero dei benzinai rimane fissato fra il 25 e il 26 gennaio. Tutte le maggiori sigle sindacali dei gestori dei distributori hanno infatti deciso di scendere in sciopero, denunciando una campagna mediatica contro la categoria, accusata più o meno apertamente negli ultimi giorni, anche da esponenti del governo italiano, di essere in parte responsabile dell’aumento dei prezzi dei carburanti.
È necessario, dicono i titolari degli impianti in una nota “porre fine a questa ondata di fango sulla categoria: il governo – aggiungono - aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati”.

L’impressione che la categoria ha tratto da questa vicenda è quella di un esecutivo a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche, senza avere neppure il coraggio di mettere la faccia sulle scelte operate.

Faib, Fegica e Figisc

Una critica che va dritta alla premier Meloni e anche al vice Matteo Salvini, che, dopo aver confermato la fine degli sconti sulle accise, avevano puntato il dito contro possibili speculazioni per giustificare, almeno in parte, gli aumenti.
L’agitazione, dalle 19.00 del 24 gennaio alle 07.00 del 27, è stata proclamata su tutta la rete della penisola ed è stato annunciato anche un presidio sotto la sede della Camera, in aperta polemica con il governo: “L’impressione che la categoria ha tratto da questa vicenda – dicono i gestori - è quella di un esecutivo a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche, senza avere neppure il coraggio di mettere la faccia sulle scelte operate. È un imbroglio mediatico – aggiungono - al quale le organizzazioni di categoria intendono dare risposte con la mobilitazione dei gestori''.

E se il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha definito lo sciopero dei benzinai "un legittimo diritto" e annunciato un incontro con la categoria, il tema dei prezzi dei carburanti rimane in primo piano anche alla Camera dove, in occasione della discussione sul decreto legge “aiuti”, i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno esposto cartelli sul caro carburanti, ricordando il passaggio del programma elettorale di Fratelli D’Italia in cui si proponeva la riduzione di Iva e accise, circostanza smentita invece dalla premier Meloni.
Sul caso continua a intervenire anche il Codacons, che ha definito la decisione dei benzinai di proclamare due giorni di sciopero "un atto di guerra contro i consumatori, una protesta assurda e immotivata”, contro la quale l’organizzazione del consumatori presenterà un’istanza urgente al Garante per gli scioperi per bloccare la mobilitazione dei gestori.

Alessandro Martegani