Foto: BoBo
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Era, ed è, uno dei punti critici per il governo e le regioni nella gestione della pandemia: dopo mesi di preparazione, discussioni e anche scontri, in Italia è ricominciato l’anno scolastico e, perlomeno per ora, senza didattica a distanza.
Oggi sono rientrati a scuola quasi quattro milioni di ragazzi in Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria, Veneto, Valle d'Aosta e della Provincia di Trento. Seguiranno nel corso della settimana quelli di Sardegna, Campania, Liguria, Marche, Molise, Toscana, Sicilia, Calabria e Puglia. In Friuli Venezia Giulia l’avvio ufficiale era fissato per giovedì, ma molte scuole hanno aperto già oggi in virtù dell’autonomia scolastica.
Consentire a più di otto milioni di ragazzi la didattica in presenza era il primo obiettivo: anche per questo i docenti e i lavoratori della scuola sono stati fra le prime categorie ad essere vaccinate, con risultati soddisfacenti sul fronte dei numeri con oltre il 90 per cento di professori vaccinati. Per entrare in una qualsiasi strutture scolastica, a meno di non esser uno studente o un soggetto esentato, bisognerà avere il Green pass, verificato da una piattaforma informatica nazionale già attiva in più della metà degli istituti.
Misure che, per il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, consentono una ripartenza in sicurezza evitando il ritorno alla didattica a distanza, se non per casi isolati di singole classi o scuole, anche alla luce del fatto che proprio i ragazzi sopra i 12 anni sono stati fra i più veloci ad aderire alla campagna vaccinale. Lo stesso ministro ha confermato l’intenzione di fornire test salivari gratuiti alle famiglie e anche di valutare la possibilità di far togliere le mascherine se in classe tutti gli studenti sono vaccinati.
Rimane da vedere come la ripresa delle lezioni, e quindi anche dell’affollamento sui trasporti pubblici, impatterà sull’andamento generale dei contagi.
Anche in Friuli Venezia Giulia la situazione verrà seguita costantemente, con l’obiettivo dichiarato, ha confermato il governatore Massimiliano Fedriga, di “mantenere la presenza in classe al 100 per cento per tutto l'anno scolastico.
L’avvio dell’anno scolastico è stato preceduto anche da una protesta dell'Unione degli studenti, che ha collocato delle macerie davanti al ministero dell'Istruzione a Roma per denunciare "lo stato della scuola pubblica" in Italia.

Alessandro Martegani