Foto: BoBo
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Giovani atlete che erano arrivate perfino ad abusare di lassativi pur di restare entro i limiti di peso. Non c'era alternativa per essere leggere abbastanza per poter gareggiare e vincere. Pressioni psicologiche insostenibili per ragazze poco più che adolescenti; qualcuna ha persino pensato al suicidio.

Testimonianze di ex atlete che hanno messo in ginocchio la ginnastica ritmica italiana, tanto da portare alla decisione, da parte del presidente della Federginnastica, Gherardo Tecchi, di commissariare l'Accademia di Desio, dove le giovani ginnaste vivono in ritiro permanente.

Una scelta senza precedenti per lo sport italiano, che coinvolge in prima persona Emanuela Maccarani, la direttrice del centro e commissario tecnico della squadra nazionale italiana di ginnastica ritmica dal 1996, che ha portato a questa disciplina centinaia di medaglie ed è rappresentante della categoria dei tecnici nel Consiglio del Coni. La procura federale intanto ha iniziato le audizioni delle ex atlete che hanno riferito appunto di aver subito abusi e insulti.

Le prime due sono state Nina Corradini e Anna Basta, che con le loro parole hanno voluto contribuire ad evitare che si ripropongano situazione simili per altre giovanissime ginnaste, evitando loro sofferenze e danni psicologici e fisici.
Un caso che ha portato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a chiedere scusa a tutte le atlete che hanno sofferto e ad affermare che chi ha sbagliato pagherà.

"Da presidente del Coni mi devo scusare, ma devo anche invitare a non fare di tutta l'erba un fascio" ha spiegato Malagò. Secondo il presidente del Coni, nel caso delle denunce delle ex atlete della ginnastica ritmica "bisogna capire, una volta accertati i casi, perché, ricordiamolo, ancora nessun giudice si è espresso, la reale dimensione del fenomeno. La ginnastica più di altri sport ha nella questione del peso, uno dei suoi aspetti cruciali. Un certo grado di rigore e di 'durezza' è inevitabile. Diverso è quando si passa la linea e dal rigore si sconfina nella violenza, nell'umiliazione, nella vessazione. Però ripeto, tutto questo deve ancora essere accertato", ha concluso Malagò, precisando che va capito se hanno sbagliato solo i singoli o se c'era un sistema che li ha indotti a sbagliare.

Davide Fifaco