(foto: EPA)
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Da oggi otto italiani su 10 vivono in una regione in fascia gialla, le aree che consentono le maggiori libertà di movimento e attività, fatta eccezione per le fasce bianche che però per ora rimangono solo teoriche visto che nessuna regione ha i dati necessari per le riaperture previste dal livello più basso di restrizioni.
Anche prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni che hanno fatto diventare giallo pressoché tutti il paese, il governo si era già però affrettato a raccomandare la massima prudenza per non innescare una risalita della curva.
I fattori di preoccupazione sono noti: dalla riapertura delle scuole, che provocherà un aumento delle presenze sui mezzi pubblici, alla ripresa di bar e ristoranti, che alcune regioni provano a regolamentare per evitare gli assembramenti (come il Friuli Venezia Giulia dove vige il divieto di consumare alimenti e bevande per asporto nelle vicinanze dei locali e nei luoghi dove siano possibili assembramenti e di consumazione al banco nei locali dopo le ore 11), fino alle folle in giro per le strade, con decine d’immagini già diffuse nel fine settimane, quando però le nuove disposizioni non erano ancora scattate, e in ogni caso i negozi e i centri commerciali erano chiusi: una situazione che fa delle passeggiate in città o nei parchi praticamente l’unica attività possibile nel fine settimana.
Ora però il timore è che la zona gialla, scattata anche grazie a una nuova interpretazione del Dpcm che ha eliminato la terza settimana di osservazione per passare nella fascia di minor rigore, come chiesto dai governatori per venire incontro alle categorie bloccate in zona arancione o rossa, venga interpretata come la fine delle regole e della prudenza. Circolare per le strade liberamente e fare acquisti sono però attività permesse anche in area arancione, e fare una passeggiata è consentito anche nelle regioni rosse.
Anche se nessuno sta violando le regole, le foto dei Navigli di Milano molto frequentati, o dei centri delle grandi città come Roma o Bologna, pieni di persone a passeggio hanno provocato la levata di scudi degli esperti e le raccomandazioni alla prudenza del governo. “La zona gialla – ha detto il ministro della salute Roberto Speranza - non significa scampato pericolo: serve ancora la massima prudenza se non vogliamo tornare indietro rispetto ai passi avanti delle ultime settimane”.
Gli esperti del governo parlano già di nuovi segnali di allarme e fattori di rischio, legati alle nuove attività in ripresa, la scuola ma anche le attività di ristorazione e altri settori come i musei, al periodo dell’anno che favorisce la circolazione del virus e alle nuove possibili varianti.
Anche per questo il governo ha confermato di voler procedere più rapidamente possibile ai vaccini: attualmente la prima dose è stata somministrata quasi due milioni di persone, mentre il richiamo a 600 mila. Nei piani di Roma, i vaccini Pfizer e Moderna dovrebbero essere destinati alle persone più anziane ed esposte, per ridurre decessi e ricoveri, mentre quelli in arrivo da AstraZeneca dovrebbero essere destinati alla popolazione fra i 18 e i 55 anni per ridurre progressivamente i contagi.

Alessandro Maretgani