“E ora pensiamo al 2050”. Con queste parole Beppe Grillo ha messo la parola fine, perlomeno per ora, alla lotta interna al Movimento che ha fondato e che per settimane lo ha diviso da Giuseppe Conte, con cui ha stretto quello che ormai tutti hanno ribattezzato il “Patto della spigola”.
Fra un piatto di pesce, un bicchiere di vino, e qualche sorriso in un locale a Marina di Bibbona, vicino a Livorno, a pochi passi dalla villa del comico genovese, i due litiganti, arrivati al punto di rottura e a un passo dalla scissione nelle scorse settimane, sembrano aver trovato, se non un’intesa vera e propria, perlomeno un modus vivendi per evitare al Movimento 5 Stelle di sgretolarsi e cercare di rilanciare l’azione all’interno della maggioranza.
Il primo punto che li aveva divisi, il nuovo statuto, è stato risolto con una sorta di separazione delle competenze: Conte sarà il capo politico, Grillo rimarrà garante con gli stessi poteri. L’ex premier indicherà i dirigenti, Grillo gli organismi di garanzia.
Domani Conte annuncerà con un video il via a una consultazione online sulla leadership, e fra due settimane presenterà il nuovo statuto. Una vera e propria rifondazione per il partito, che però potrebbe non bastare a dimenticare le incomprensioni e i rancori delle ultime settimane, superati solo dopo un lungo lavoro di mediazione, ma che hanno segnato il movimento.
Nello scontro Conte era stato accusato di voler distruggere la creatura di Grillo e Casaleggio, mentre sul comico erano piovute accuse di autoritarismo e perfino di aver perso il controllo. Parole che rimangono scolpite sui social, ma che ora i due vogliono dimenticare: “Grande intesa con Beppe Grillo - ha scritto lo stesso Conte dopo l’incontro - il nuovo Statuto ci permette di ripartire con nuovo slancio, con ancora più forza e determinazione”.
Fra le priorità per il governo i due hanno indicato una rimodulazione del reddito di cittadinanza, i licenziamenti e la riforma della giustizia, ma sullo sfondo rimane anche la riorganizzazione dal partito, che dovrà affrontare i prossimi appuntamenti elettorali cercando di bloccare l’emorragia di consensi patita in questi anni di governo, e decidere se confermare o meno l’alleanza con il Pd, a partire dalle prossime elezioni amministrative di ottobre.

Alessandro Martegani