Foto: EPA
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In Italia continua lo scontro tra la Lega e le istituzioni sul caso dei 49 milioni di euro da rimborsare perché frutto di una maxi truffa ai danni dello Stato. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha voluto ribadire che le sentenze vanno rispettate, mentre il Quirinale ha negato di essere già d'accordo per un incontro tra i rappresentanti del Carroccio ed il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha chiesto un incontro con Mattarella ed è poi tornato all'attacco, affermando che il presidente della Repubblica è il garante della Costituzione e dei diritti dei cittadini e che quindi troverebbe bizzarro non poterlo incontrare. L'affermazione del leader leghista arriva dopo che fonti del Quirinale hanno assicurato che il capo dello Stato, in visita istituzionale in Lituania, è all'oscuro di qualunque contatto con la Lega.

Salvini ha precisato di rispettare il lavoro della stragrande maggioranza dei giudici, che al 99% fanno bene e obiettivamente il loro lavoro, ma di voler parlare con Mattarella del fatto che la Lega sarebbe il primo partito in Europa messo fuori legge con una sentenza non definitiva per eventuali errori commessi da qualcuno più di dieci anni fa. Il vicepremier ha poi aggiunto di non credere a complotti e marziani ma di credere che la Lega debba essere rispettata e non messa fuori gioco per una sentenza.

A replicare al ministro dell'Interno è stato nuovamente il procuratore di Genova, Francesco Cozzi, cha ha dichiarato: "Salvini? Mi sta simpatico. Gli auguro ogni bene, ma dobbiamo essere chiari: qui non c'è nulla di politico. È una vicenda tecnica e la procura agisce su profili tecnici". Ed ha poi precisato: "Dobbiamo aspettare il Riesame e poi che la decisione diventi definitiva. Solo a quel punto si potrà procedere coi sequestri. Noi stiamo operando come avremmo fatto con qualsiasi partito".

La questione tiene comunque ancora banco anche all'interno della maggioranza, provocando freddezza tra la Lega ed i Cinque Stelle. Dopo le parole di Luigi Di Maio, di apertura verso Salvini, è intervenuto il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, che ha osservato come tutti debbano potersi difendere fino all'ultimo grado di giudizio, ma poi le sentenze vanno rispettate senza evocare scenari tipici della Seconda Repubblica.