Era un pericolo paventato da settimane e ora sembra essersi concretizzato, anche se con una potenza inferiore alle attese.
Da ieri sera molti siti istituzionali italiani sono sotto attacco informatico dopo l’invito pubblicato sul gruppo Telegram “Legion”, legato al collettivo hacker filorusso Killnet, a bloccare una serie di siti italiani, fra i quali ministeri, enti energetici e ambientali ma anche 20 testate giornalistiche. Nelle prime ore l’azione non sembrava aver portato a risultati e quindi è stato ripostato un elenco più ristretto, con solo siti istituzionali.
Il secondo attacco, come confermato anche dalla Polizia Postale, è andato a segno, creando problemi a siti come quello del Ministero degli Esteri o del Ministero dei Beni Culturali, irraggiungibili per tutta la mattina. Si tratta però di un numero di obiettivi più basso rispetto alla lista pubblicata, nonostante le dichiarazioni di successo pubblicate sempre su Telegram dal gruppo hacker: “Dopo 30 ore - si legge - la stessa polizia italiana non riesce ancora ad accendere i propri server”.

Gli attacchi sono di tipo Ddos, (Distributed Denial of Service), in cui gli hacker saturano il traffico di dati in entrata di un portale moltiplicando esponenzialmente il numero degli accessi, sovraccaricando e bloccando di fatto il sito ma senza distruggere o rubare alcun dato.
Sulla rete Killnet, organizzazione nata nel 2021 che, al contrario della più famosa Anonymous, appoggia il governo russo, non si sa molto ma sembra avere una direzione centrale, una catena di comando, che decide quando e contro chi indirizzare le operazioni.
Già nei giorni scorsi gli hacker russi di Killnet avevano annunciato il lancio di un attacco informatico globale contro Stati Uniti e diversi paesi europei, con il dichiarato intento di bloccare i sistemi informatici dell'Eurovision Song Contest, azione poi smentita da Killnet.

Alessandro Martegani