Foto: EPA
Foto: EPA

Molte aziende italiane sono pronte a partire con la produzione di vaccini anti-Covid. Il Ministero della Sviluppo economico ha dato mandato a diversi rappresentanti per procedere all'individuazione di ditte in grado di produrre vaccini entro autunno 2021.

Intanto è già stato programmato, per le prossime ore, un incontro tra governo e Regioni proprio sul tema dei vaccini, al quale prenderanno parte anche il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio ed il nuovo Commissario straordinario per l'emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo.

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, si è detto contento di questo incontro in programma ed ha espresso l'auspicio che nel Paese arrivino molti più vaccini di quelli arrivati finora ed una svolta nelle forniture. Bonaccini ha definito "frustrante" aver l'organizzazione per vaccinare ma non poterlo fare per le poche dosi.

Intanto Guido Bertolaso, consulente del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha lanciato l'allarme affermando: “A me sembra che tutta Italia, tranne la Sardegna, si stia avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa. La Lombardia, per quello che ha passato nei mesi scorsi, è più vulnerabile rispetto ad altre regioni, ma non sono preoccupato per questa regione più che per altre”. Bertolaso ha aggiunto: “È fuori discussione che bisogna vaccinare. Si può fare molto di più rispetto a quello che già stiamo facendo rispetto a questa situazione. Bisogna andare a Bruxelles a battere i pugni".

Preoccupato anche il già citato Bonaccini, per il rischio che le varianti travolgano l'Emilia-Romagna ma anche altre parti d'Italia.

Il quotidiano peggioramento della situazione impensierisce anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che ha affermato che bisogna essere pronti ad intervenire chirurgicamente dove necessario, con le decisioni di contenimento come le zone rosse già istituite in questi giorni in alcuni territori. Anche Cirio è molto attento alla variante inglese, che ormai rappresenta la metà dei casi del Piemonte e corre molto più velocemente e quindi richiede “misure anticipate” rispetto al Covid tradizionale.

Davide Fifaco