Foto: Reuters
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La manovra italiana vede un “non rispetto particolarmente grave” delle regole di bilancio: il criterio del debito deve essere considerato non rispettato e l'apertura di una procedura per deficit eccessivo basata sul debito è quindi giustificata.
Con queste parole la Commissione europea ha ufficializzato una decisione ormai attesa: la bocciatura della manovra italiana apre la strada a una procedura d’infrazione. Ora toccherà agli stati membri valutare la decisione della Commissione, poi partirà un confronto che, se non vedrà novità nel dialogo fra Roma e Bruxelles, potrebbe portare alla procedura con l’imposizione di obiettivi precisi o addirittura sanzioni.
La valutazione della Commissione sulla manovra non lascia però molti dubbi: “L’impatto di questa manovra sulla crescita sarà probabilmente negativo - ha detto il vicepresidente Valdis Dombrovskis - e non contiene misure significative per rafforzare il potenziale di crescita”.
Le posizioni delle forze di governo in Italia però per ora rimangono invariate. “Il governo - ha detto il premier Conte - è convinto della validità dell'impianto della manovra: ci confronteremo con Juncker sabato sera e spero che confronteremo le nostre posizioni”.
“Ritengo che la drammatizzazione del dissenso tra Italia e Commissione europea danneggi l'economia italiana e di conseguenza l'economia europea”, ha aggiunto il ministro dell’economia Tria, confermando l’impegno a continuare il dialogo con la Commissione alla ricerca “di una soluzione condivisibile nell'interesse reciproco”.
Durissimi commenti de leader politici della maggioranza: Matteo Salvini ha escluso di poter cambiare i programmi e quindi anche le voci di spesa della manovra: “Discuteremo educatamente come sempre abbiamo sempre fatto - ha detto -, ma se qualcuno vuole convincermi che la Fornero sia giusta io non ne sono convinto”.
Per Luigi di Maio, l’Italia “ha scelto l'unica strada che funziona: aiutare le famiglie e le imprese, creare nuove opportunità di lavoro per i giovani”.
La bocciatura se non altro non ha provocato il temuto scossone sui mercati: lo spread è leggermente calato rispetto a ieri, pur rimanendo sopra quota 310, e anche la borsa ha girato in positivo con recuperi sui titoli bancari, che evidentemente avevano già scontato l’attesa decisione nei giorni scorsi.