Foto: Radio Capodistria
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Matteo Salvini ancora una volta tira la corda con il governo, ma si ferma un passo prima di spezzarla. Il segretario leghista critica la riforma del catasto ed i suoi ministri hanno disertato il Consiglio che ha approvato il testo della delega fiscale.
Salvini ha negato il sostegno del suo partito perché ritiene che il provvedimento sia assimilabile ad una patrimoniale e comporti un aumento delle tasse e chiede quindi al Parlamento una modifica della legge delega.

Ci si aspetterebbe l'inizio di una crisi di governo, ma Salvini nega e risponde: "Io non vado fuori, semmai lo faranno Conte e Letta" ed aggiunge: "Sono titoli che leggo da anni, per tanti giornali la Lega è morta da anni, Salvini prende schiaffi da anni, ma noi siamo ancora qui. Al Consiglio dei ministri porteremo posizioni europeiste e chiederemo sostanziali riaperture. Nel programma di governo c'è il no a nuove tasse. Io mi fido di Draghi oggi ma tra un anno chi ci sarà? L'80% degli italiani ha una casa".

A sostenere Salvini sono anche i governatori della Lega, che hanno firmato un documento unitario che chiede un approfondimento sul tema.

Il premier Mario Draghi da un lato rassicura sul fatto che non c'è nessuna patrimoniale ma solo la volontà di trasparenza, dall'altro blocca ulteriori tentativi di ostacolare l'esecutivo da parte di Salvini, affermando: "Il governo va avanti, l'azione del governo non può seguire il calendario elettorale, ma quello imposto dall'Europa per le riforme". Il Presidente del Consiglio aggiunge che comunque il segretario leghista ha precisato che la sua partecipazione non è in discussione e che ci sarà un incontro a breve per chiarire le rispettive posizioni.

Ad attaccare Salvini sono inoltre i leader degli altri partiti al governo, Letta, Conte e Renzi, che lo accusano di fare un danno al governo per puro calcolo elettorale, mentre da Forza Italia arriva uno stop all'alleato, con Carfagna e Brunetta che dicono di non condividere le scelte della Lega ed aggiungono che gli equilibri nel centrodestra risentono della competizione tra Salvini e Meloni. Proprio quest'ultima ha sostenuto le posizioni salviniane dicendosi pronta a fare le barricate perché non si aumentino le tasse.

Davide Fifaco