Foto: Reuters
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Italia. Dopo gli appelli delle minoranze, la Lega frena sui tagli all'editoria. Come riportato nell'odierna edizione de "La Voce del Popolo", il leghista Alessandro Morelli, presidente della Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera puntualizza che "la proposta di azzeramento dei fondi non è nel contratto di Governo".

Secondo le parole di Alessandro Morelli "la Lega è assolutamente contraria ad ogni tagliola sui fondi per il pluralismo dell'informazione" ed ha annunciato che ne parlerà con il Movimento 5 Stelle, probabilmente con il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'editoria Vittorio Crimi, per far capire ed illustrare la posizione del Carroccio. Morelli ha poi aggiunto che "la democrazia si amplifica con le voci del territorio; pluralismo e giornali sono una garanzia per il futuro. Necessario perciò evitare un modello tagliola nell'editoria, perché oltre a perdere le testate si lascerebbero a casa le persone. L'azzeramento dei fondi non è inoltre nel contratto di governo, quindi si può discutere". L'esponente della Lega ha poi spiegato che su tagli traducibili in un azzeramento dei fondi per la stampa, inclusa quella italiana all'estero e quella delle minoranze linguistiche in Italia, la Lega vuole tirare il freno ed ha precisato che il taglio dei contributi diretti, se ci deve essere, deve essere molto graduale nel tempo per non lasciare improvvisamente senza lavoro tante famiglie.

Da Trieste ha parlato anche l'assessore regionale del Friuli Venezia Giulia alla Politiche comunitarie, Pierpaolo Roberti, che auspica che il governo individui delle soluzioni per tutelare le testate giornalistiche delle minoranze linguistiche garantendo loro i fondi necessari. Qualche giorno fa, inoltre, la senatrice del Partito Democratico ella minoranza slovena, Tatjana Rojc, aveva rivolto un'interrogazione urgente al premier Conte, chiedendo ufficialmente la posizione del governo italiano in merito al sostegno della libertà di stampa e se le minoranze linguistiche siano opportunamente sostenute dai contributi statali, come peraltro già riaffermato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.