Foto: Reuters
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Italia, ancora deboli oggi i titoli bancari in apertura di Piazza Affari, con lo spread che fluttua attorno ai 300 punti, a causa delle incertezze dovute alla politica ed alla bocciatura di Bankitalia e dell'Ufficio parlamentare del Bilancio del Documento di Economia e Finanza. Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, intanto conferma le previsioni del Def, supportato dai vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

Il ministro dell'Economia italiano, Giovanni Tria, in audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato ha precisato che "a seguito della mancata validazione del quadro macroeconomico programmatico da parte dell'Ufficio parlamentare di bilancio il Governo ritiene opportuno confermare le previsioni contenute nella Nota di aggiornamento al Def", questo dopo la mancata validazione anche da parte di Bankitalia ed appunto dallo stesso Ufficio parlamentare del Bilancio. Secondo Tria i rischi politici ed economici internazionali sono sempre esistiti ed è anche per questo motivo che nei documenti di programmazione si formulano previsioni prudenziali e non ottimistiche.

Il governo ha tentato quindi di arginare l'offensiva dei mercati, dopo che lo spread aveva toccato i 315 punti, rivedendo i massimi da aprile del 2013. Matteo Salvini e Luigi Di Maio assicurano di voler tirare dritto, per non tradire gli italiani. Intanto è fissato a quota 400 il limite dello spread per il quale il Governo è pronto a cambiare la manovra, se necessario anche con l'aiuto dei cittadini, come ha dichiarato Salvini. Bankitalia inoltre boccia le misure promosse da Lega e 5 Stelle sulla riforma della Legge Fornero, perché non salvaguardano la sostenibilità e l'equità intergenerazionale del sistema pensionistico italiano.

La Corte dei Conti invece sì è fatta sentire sulla pace fiscale; secondo i magistrati contabili gli sconti e le sanatorie inciderebbero sull'equità fiscale. A questo ha risposto il premier Giuseppe Conte, che giudica un allarme ingiustificato le osservazioni della Corte dei Conti. A questo punto appare probabile, sulla manovra, un giudizio negativo da parte di Bruxelles. A Tria ora la scelta: correggere le stime o confermarle, assumendosi la responsabilità di inviare in Europa un documento privo dell'approvazione dell'autorità italiana dei conti pubblici.