Costruire una struttura che unisca la Sicilia al continente è stato un progetto accarezzato da diverse maggioranze e governi per decenni in Italia, e anche l’attuale maggioranza politica sembra aver ceduto alla tentazione di avviare un’opera destinata a lasciare un’impronta nel paese.
L’ultimo in ordine di tempo a sostenere l‘opportunità di costruire un ponte sullo Stretto, nonostante i costo astronomici e le difficoltà tecniche, fu Silvio Berlusconi, e forse proprio per le difficoltà nel realizzare un ponte sospeso, il governo attuale sembra voler andare in un’altra direzione: un tunnel.
Proprio i 5 Stelle, forza politica che ha portato Giuseppe Conte alla guida del Paese, aveva stroncato il progetto del ponte sullo Stretto, ma ora le cose sono cambiate: i 5 Stelle sono al governo, e stanno per arrivare i fondi europei per l’emergenza Covid, in gran parte dedicati proprio alla costruzione d’infrastrutture e l‘idea di un collegamento attraverso lo Stretto si è rifatta strada.
“Sullo Stretto – ha detto Conte - dobbiamo pensare, quando ci saranno le condizioni, a un miracolo d’ingegneria, una struttura leggera ed ecosostenibile, nel caso anche sottomarina". Il Premier ha precisato che non è ancora il momento di discuterne, e che ci sono da realizzare prima le infrastrutture dei collegamenti ferroviari al sud e in Sicilia, ma al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture hanno confermato che è già in corso l’analisi tecnica un progetto di un tunnel fra Calabria e Sicilia.
Il progetto, presentato a metà 2017 dall'ingegnere Giovanni Saccà, prevede un tunnel sottomarino ferroviario da 20 chilometri, con due stazioni sotterranee nel comune di Messina, e un secondo tunnel automobilistico più corto, da realizzare dopo quello ferroviario.
L’opera sarebbe realizzata in circa 5 anni, con un costo di 1,5 miliardi di euro, con “una riduzione consistente degli espropri, e un minore impatto ambientale” rispetto al ponte a campata unica. Anche su quest’opera però non mancano le riserve, sia per il costo sia per la reale utilità. “Nulla cambia”, ha fatto sapere Legambiente, “una volta che arrivi a Messina o a Reggio Calabria ti muovi nello stesso paese che c’era tra gli anni ’60 e ’70”.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO