Foto: EPA
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Inondazioni costiere e fluviali, erosione delle coste, salinizzazione delle falde acquifere, siccità e ondate di calore: è questo lo scenario a cui si stanno preparando le città dell’Adriatico, che hanno concluso il progetto biennale Interreg Italia-Croazia “Adriadapt”, frutto della collaborazione tra enti di ricerca e istituzioni italiane e croate, coordinate dalla Fondazione CMCC - Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.
Gli impatti dei cambiamenti climatici attesi nelle aree costiere adriatiche prevedono eventi meteorologici sempre più estremi, come l’innalzamento del livello del mare, che porterebbe a inondazioni e alla salinizzazione delle falde acquifere, ma anche l’aumento d’incendi legati alla siccità e alle ondate di calore.
Tutti eventi ai quali le città costiere dell’Adriatico devono prepararsi per tempo per limitare l’impatto degli eventi sulla popolazione, ma anche sulle infrastrutture e sulle economie locali.
Grazie al progetto, che ha richiesto 30 mesi di lavoro, coinvolgendo 11 organizzazioni e cinque autorità locali in due paesi, (l’Unione del comuni Valle del Savio, e i comuni di Udine e Cervia in Italia, e la Contea di Šibenik-Knin e il comune di Vodice in Croazia), è stata lanciata una piattaforma multilingue per l’adattamento ai cambiamenti climatici che offre agli amministratori soluzioni per affrontare gli impatti attesi per l’area.
Il progetto prevede anche lo sviluppo e l’aggiornamento di piani di adattamento ai cambiamenti climatici da parte degli enti locali.
“Molta della conoscenza disponibile ad oggi è focalizzata sul Nord Europa, e difficilmente applicabile ai bisogni del Mediterraneo” ha spiegato Margaretha Breil, scienziata della Fondazione CMCC e coordinatrice del progetto. “Per guidare le città della costa adriatica in azioni mirate e misurate sulle effettive necessità locali, il progetto ha prodotto scenari climatici dettagliati e di alta risoluzione che descrivono il clima atteso nella regione per i prossimi decenni e fino a fine secolo, e fornito singoli indicatori climatici per ogni singola area coinvolta”.

Alessandro Martegani