Penso che fare i confronti fra le tragedie sia sempre sbagliato.” Per Vincenzo Pinto, storico, studioso del sionismo e dell’antisemitismo, è fuori luogo il paragone fra la tragedia delle Foibe e la Shoah, avanzato dal direttore di Libero, Vittorio Feltri, nel corso di un convegno su giornalismo e narrazione dell'Esodo, organizzato dall'Unione degli istriani presso la sede della Regione Friuli Venezia Giulia.
Feltri aveva sostenuto fra l’altro che “i fatti del confine orientale sono stati più gravi rispetto alla quanto avvenuto nei campi di sterminio in Germania”, una posizione che però, secondo Pinto, è priva di fondamento storico.
Sono eventi non paragonabili, - spiega - anche perché altrimenti dovremmo ridurci a fare la contabilità dei morti, e se facessimo soltanto la contabilità vedremmo che i morti della Shoah sono notevolmente superiori alla strage delle Foibe”.
Il problema sollevato da Feltri secondo me è un altro – aggiunge -: è la perdita di universalità dell'evento della Shoah e il tentativo di rivalutare eventi che, in qualche maniera, avrebbero toccato in prima persona le popolazioni italiane coinvolte, come appunto le Foibe. Anche qui però si deve capire perché gli italiani coinvolti nelle Foibe siano più importanti degli italiani portati nei campi di sterminio e decidere quella che sarebbe una presunta superiorità di natura etica – politica, che non è nient’altro, a mio parere che un tentativo di cambiare l'agenda delle priorità politiche che sta venendo fuori in questi ultimi anni”.

Ma qual è a suo parere la differenza fondamentale fra la Shoah e le Foibe, perché non si possono paragonare?
Nella Shoah le persone furono scientemente catturate ovunque, in giro per l'Europa, e deportate nei campi di sterminio per essere uccise: l'idea era che bisognava eliminare un popolo, un’etnia, una religione, gli ebrei, che erano ritenuti un male, il male assoluto, il male che uccideva le persone e la civiltà. Nella vicenda delle Foibe invece non ci vedrei questo sistema scientifico, un progetto pianificato di sterminare gli italiani: fu soprattutto tentativo di fare pulizia etnica nelle zone ritenute appartenenti alla maggioranza slava, oppure anche semplicemente la volontà di vendicarsi di quelli che erano stati i crimini perpetrati dall'Italia fascista degli anni precedenti”.
“I due fenomeni non sono paragonabili da questo punto di vista: la Germania non ha ucciso gli ebrei perché voleva liberare dei territori ritenuti germanici, o dove gli ebrei negli anni precedenti si erano resi colpevoli di soprusi di vario tipo. Fu invece un progetto pianificato, su larga scala. Tutto questo secondo me rende gli eventi non raffrontabili: furono entrambe tragedie importanti per il ‘900 per tanti motivi. Le foibe per la memoria soprattutto degli italiani che vivevano in quei territori e per coloro che decisero di emigrare o furono costretti lasciarli.”

Alessandro Martegani

Foto: Reuters
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